Dopo il nuovo piano per aprire bar e locali, il Comune di Napoli, guidato dal sindaco Gaetano Manfredi, ha approvato una delibera per tutelare i residenti di alcuni quartieri del centro storico. Una manovra che va ad arginare gli effetti scatenati dai crescenti flussi turistici, che vanno a colpire determinati gruppi sociali.
DELIBERA PER TUTELARE I RESIDENTI – Davanti all’evidente emergenza delle case introvabili, conseguenza del crescente flusso turistico, la giunta comunale corre ai ripari. Il Comune di Napoli ha infatti approvato una delibera contenente il documento strategico funzionale a realizzare la variante al Piano Regolatore per tutelare la residenzialità in alcuni quartieri del centro storico.
Dopo un’attenta analisi dei dati in possesso dall’Ente e di quelli disponibili sulla piattaforma digitale, non è troppo tardi per intervenire e ridurre i rischi. In una nota di Palazzo San Giacomo è possibile apprendere:
“I flussi turistici in città sono cresciuti e rappresentano un valore a cui è seguita un’adeguata programmazione e una conseguente organizzazione della macchina comunale. La manovra urbanistica ha un carattere tempestivo e serve ad evitare gli esiti del turismo già osservati altrove. Nei limiti dell’azione amministrativamente possibile – in assenza cioè di norme nazionali che consentano ai sindaci di governare questo tipo di processi senza incorrere in contenziosi, come più volte sottolineato dal sindaco di Napoli e presidente Anci Gaetano Manfredi – il provvedimento mira a tutelare la mixitè sociale e culturale, il carattere di luogo abitato del centro storico partenopeo, ripreso come elemento essenziale del patrimonio immateriale della città nell’ultima conferenza Unesco”.
LA MANOVRA – Sulla base dei dati in possesso, è stata quindi individuata la cosiddetta “area bersaglio” della manovra urbanistica. Quest’area corrisponde a una porzione del sito Unesco, cioè quei quartieri del centro storico nei quali la pressione turistica è più elevata. La manovra si basa su: “la determinazione di soglie di tolleranza oltre le quali l’uso turistico va contenuto se non dissuaso; la sub-articolazione della categoria “residenziale” disciplinata dal PRG in una serie di destinazioni d’uso tra le quali sono ricomprese gli usi turistici”.
La soglia minima di residenzialità da tutelare è una misura prudenziale di tolleranza, in linea con le proiezioni demografiche da qui a 10 anni. Tale soglia è definita attraverso un’analisi dei dati catastali aggiornati, stimando la capienza attuale e futura dello stock residenziale, in rapporto al numero di famiglie residenti ad oggi e al 2034 (indipendentemente dal titolo di godimento delle abitazioni). Nella fase successiva della manovra – all’atto cioè dell’adozione della variante urbanistica, che arriverà nelle prossime settimane – si stabilirà la percentuale o soglia in termini più specifici.
Con queste modifiche, per affittare per brevi periodi o trasformare un’abitazione in una casa vacanze, non sarà necessario cambiare categoria funzionale (che resta la residenza), ma dovrà collocarsi entro una specifica destinazione d’uso (residenza per usi turistici), che verrà associata alla mappa aggiornata degli edifici presenti nell’area su cui interviene la variante. In questo senso, dovrà intraprendere una pratica edilizia e non solo una comunicazione al SUAP (come adesso avviene).
Con questo dispositivo, il Comune – che sta già esercitando una capillare attività di controllo di regolarità delle attività autorizzate – si dota di un ulteriore e stringente meccanismo di controllo e monitoraggio del fenomeno, specie dei suoi risvolti informali e irregolari.