Come cambierà la nostra vita dopo il Coronavirus? E’ questa la domanda che in tanti stanno iniziando a farsi dopo i primi dati del calo dei contagi degli ultimi giorni. Certo, la minaccia di una recrudescenza del morbo e una ricaduta nell’incubo Covid-19 è sempre dietro l’angolo, ma sempre di più sta facendosi spazio nell’animo della gente la voglia di un ritorno alla normalità ormai perduta.
Ecco che allo studio di diverse commissione mediche, sociologiche ed epidemiologiche arriva la definizione della cosiddetta “fase due“, il periodo più o meno lungo che ci accompagnerà dopo il picco dei contagi e con cui dovremo fare i conti nei prossimi mesi. Una sorta di vigilanza attiva lasciata al buon senso di comunità e istituzioni locali che permetta ala gente di ritornare ad uscire di casa dopo una quarantena di oltre un mese.
Come cambierà la nostra vita nella fase due
Le possibilità al vaglio degli esperti sono molteplici e vanno da un progressivo rientro al lavoro per la popolazione più giovane fino all’effettuazione di tamponi a “macchia di leopardo” in vari segmenti della società. Per quelli un po’ più in là con l’età si continuerà invece a lavorare in smart working oppure a istituire turni di lavoro a rotazione per evitare sovraffollamenti delle aree comuni.
A chiudere la “fase due” sarà la riapertura delle saracinesche per bar, ristoranti, cinema ed altri luoghi si aggregazione sociale. Rimarrà ancora per molto la direttiva riguardante le distanze da tenere tra le persone nei luoghi pubblici. Il metro e mezzo tra cliente e cliente costringerà soprattutto ristoranti e cinema a rivedere la disposizione di tavoli e poltrone.