Il Cts non è convinto della proposta sulla quarantena ridotta, soluzione adottata anche in Francia. Gli esperti hanno bocciato, o meglio, rimandato la decisione fino a quando non si avranno più certezze.
LA FRANCIA ADOTTA IL SISTEMA DELLA QUARANTENA RIDOTTA – In Francia, da settimane si è deciso di adottare un nuovo sistema di quarantena più corto, da 14 a 7 giorni. Questa decisione è stata presa a seguito di studi diffusi dal Ministero della Salute francese sull’effettiva carica virale del virus, più pericolosa nei primi giorni. Inoltre, i francesi tendono a rispettare più le regole se costretti a stare in isolamento per meno tempo.
L’ITALIA PRENDE IN CONSIDERAZIONE QUESTA SCELTA – L’Italia ha preso in considerazione la proposta per accorciare i tempi di quarantena, tuttavia, è arrivato lo stop da parte del Cts (Comitato tecnico scientifico) che ha affiancato il governo in questi mesi di emergenza. Nello specifico, è stata analizzata la possibilità di portare a 7 o 10 giorni il periodo di tempo durante il quale osservare se una persona sottoposta a tampone risulti positiva al Covid-19 o meno.
Sul tavolo i documenti della Francia, che spiega il funzionamento di questa proposta, effettivamente possibile. Nonostante il sistema francese confermi che questo modello funzioni, il Cts e tutti gli esperti non sono ancora del tutto convinti di tale scelta e hanno deciso di rimandarla fino a quando non si avranno più dati alla mano. Per ora, quindi, rimane tutto com’era senza cambiamenti.
Sull’argomento si è espresso Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, il quale ha dichiarato: “Non è possibile dover attendere tanti giorni per la risposta di un test e nemmeno risolvere il problema a carico delle persone dicendo di stare a casa per 14 giorni, senza nessun tipo di test o indagine ulteriore. La cosa migliore è riconsiderare tutto il discorso delle quarantene mettendoci nell’ambito della valutazione dei tempi, magari inserendo dei test rapidi antigenici”.