venerdì, Aprile 19, 2024
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Coronavirus, vaccino pronto. Dall’Australia sicuri: ” Fase di test ormai prossima”

Finalmente si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. La pandemia che sta mietendo vittime in tutti i continenti potrebbe presto trovare degna conclusione grazie agli sforzi di scienziati e ricercatori australiani, da mesi al lavoro per trovare un vaccino con cui debellare il Covid-19. Le menti dietro alla ricerca sono quelle del South Australian Health and Medical Research Institute di Adelaide che sono vicini alla produzione di un vaccino già denominato Bacille Calmette-Guerin (BCG).

Ritorna quindi la speranza di aver trovato la tanto attesa soluzione al virus che sta tenendo in ostaggio ormai l’intera popolazione mondiale, mettendone in crisi i sistemi sanitari e la stessa tenuta finanziaria internazionale.

A parlare in maniera più specifica della ricerca australiana è il Prof. Steven Wesselingh che spiega come il farmaco del suo istituto nasca principalmente per proteggere dal contagio da tubercolosi. Infatti, proprio come il Coronavirus, anche la tubercolosi attacca gli alveoli polmonari impedendo la riossigenazione del sangue e provocando grave anossia e dunque la morte.

La sorpresa è avvenuta quando i test di laboratorio hanno dato ottimi schemi di guarigione da Coronavirus nonostante l’agente patogeno della tubercolosi non sia un virus, bensì un micobatterio. Wesselingh visibilmente entusiasta dei risultati parla così della sperimentazione: “I partecipanti alla sperimentazione saranno monitorati in relazione ai sintomi e riceveranno il test dove indicato. Il processo fornirà prove chiave che potrebbero rivelarsi preziose, sia nell’attuale lotta contro il Covid-19 sia nei futuri nuovi focolai“.

Parole di speranza arrivano anche dalla politica locale attraverso l’intervento del Ministro della Salute, Stephen Wade che, a margine di un intervento pubblico chiosa : “E’ molto eccitante che questo vaccino esistente possa fare davvero la differenza innanzitutto per la salute del nostro personale ospedaliero. La natura del loro lavoro implica un rischio maggiore di contrarre il Covid-19. E’ importante che possano accedere per primi a questo intervento potenzialmente attivo“.

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