venerdì, Marzo 29, 2024
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Coronavirus, specializzandi vaccinati per ultimi tra gli operatori sanitari: “Trattati diversamente perché senza contratto”

La corsa al vaccino anti-Covid è iniziata in Italia il 27 dicembre, il V-day, e ad oggi si contano già più di 45 mila persone vaccinate. I primi ad aver ricevuto le dosi sono stati gli operatori sanitari, dipendenti delle Rsa e anziani con più di 80 anni di età. Tuttavia, esiste una gerarchia anche tra gli operatori sanitari, esposti ad alti rischi di contagio.

SPECIALIZZANDI VACCINATI PER ULTIMI – I medici specializzandi dovranno attendere prima di poter beneficiare del vaccino, questo perché dovranno far passare prima i dipendenti degli ospedali. Entrambi svolgono lo stesso lavoro con i pazienti covid, ma gli specializzandi non possiedono un contratto di lavoro e quindi verranno protetti per ultimi.

La segnalazione è arrivata dall’associazione degli specializzandi Chi si cura di te e ad oggi hanno aderito già tre strutture: il San Gerardo di Monza, gli Ospedali riuniti di Ancona e il Policlinico Umberto I di Roma. Il problema, però, potrebbe riguardare le strutture ospedaliere in generale sul tutto il territorio nazionale.

Alcune nazioni, per quanto riguarda la categoria degli operatori sanitari, prevedono una priorità in base all’età. Questo accade perché in genere i giovani hanno sintomi più lievi. “Ma nel nostro caso l’ordine viene stabilito in base al tipo di rapporto contrattuale. Questo non è giustificabile. Quando c’è stato bisogno di reclutare il personale per effettuare il vaccino, sono venuti subito a chiedere a noi, e in forma praticamente gratuita, all’interno della formazione professionale. Dovremmo essere noi a somministrare un vaccino che riceveremmo per ultimi” spiega Salvatore Mazzeo, membro dell’esecutivo del gruppo Chi si cura di te.

Ad esempio, il piano della Regione Lazio prevede una gerarchia per le somministrazioni di vaccino ai dipendenti. Al primo posto troviamo il personale sanitario e sociosanitario dipendente, al secondo posto il personale sanitario e sociosanitario non dipendente e solo al terzo il personale sanitario e sociosanitario in formazione (specializzandi, tirocinanti, studenti). Ad Ancona, invece, “all’inizio agli specializzandi era stata data l’opportunità di prenotarsi. Poi è arrivato il contrordine” continua Mazzeo.