Regna ancora incertezza sulle tempistiche per il ritorno in campo della Serie A. I diversi organi calcistici hanno vedute divergenti e aspettano segnali dal governo per decidere il da farsi. L’idea è quella di tornare ad allenarsi a maggio e riprendere ad inizio giugno, ma c’è chi non è d’accordo.
LA LETTERA DEI MEDICI – In prima linea ci sono i medici devi vari club di Serie A, che si sono opposti nettamente al piano ripartenza, in quanto non garantisce la sicurezza necessaria per tornare all’attività sportiva. Stando a quanto si legge stamani sul Corriere della Sera, i medici di 17 club su 20 hanno inviato una lunga lettera alla commissione medica della FIGC per chiarire il proprio dissenso. Ecco un estratto di quanto si legge sul quotidiano:
“Diciassette medici della serie A hanno inviato una lettera lunga venti pagine alla commissione medica della Figc, guidata dal professor Paolo Zeppilli, contestando il protocollo sulla ripresa degli allenamenti. Il documento, in cui ogni club elenca la lista di perplessità, l’hanno firmato tutti a eccezione di Juventus, Lazio e Genoa”.
SCETTICISMO – Sempre secondo il quotidiano il problema maggiore è dato dalle possibili conseguenze legali e penali qualora emergesse un giocatore positivo durante l’applicazione del protocollo. La discussione si sofferma poi sulla difficile ricerca dei tamponi per atleti e staff, sul rischio contagio quando si gioca in trasferta e su come regolarsi in Lombardia, regione in cui l’isolamento è doppio rispetto alle altre.
PRIMA GLI ALLENAMENTI INDIVIDUALI – La Federazione nel frattempo attende con ansia quanto deciderà il Ministro dello Sport Spadafora e il contenuto del prossimo DPCM, che dovrebbe permettere allenamenti singoli ma non quelli di gruppo, per i quali forse bisognerà attendere il 18 maggio.