venerdì, Marzo 29, 2024
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Covid-19, la richiesta dei laureati in Farmacia per l’annullamento dell’esame di Stato: il testo

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I nuovi laureati in Farmacia chiedono l’abilitazione ad esercitare la professione senza sostenere l’esame di Stato. E’ questa la richiesta presentata da un rappresentante del Movimento Afci (Abilitazione Farmacia e Ctf Italia), con gruppo Facebook che conta oltre mille dottori in Farmacia e Ctf (Chimica e Tecnologia Farmaceutica) non ancora abilitati.

Ecco la lettera presentata dal Movimento alla sezione Salute di Repubblica:

“A oggi non possiamo praticare la nostra professione nelle farmacie, in quanto non abbiamo ancora affrontato l’esame di Stato. Siamo in un momento in cui il farmacista è ancora una volta impegnato in prima linea come fonte d’informazione pubblica sulla salute e la sicurezza, diventando spesso il primo filtro per il soggetto affetto da coronavirus.
Il Covid-19 ha inoltre colpito anche la classe dei farmacisti: si contano più di 800 farmacisti affetti da coronavirus e per il momento 10 sono i deceduti. Questa situazione ha portato alla chiusura di diverse farmacie rurali rimaste senza personale, lasciando i cittadini senza un presidio per la salute, proprio nelle zone più colpite del Paese.
 
Come Afci chiediamo che per il 2020, in questa circostanza eccezionale – come avvenuto per i colleghi di medicina – sia annullato l’esame di Stato rendendo la laurea abilitante, così da sopperire in tempi brevi alla carenza di farmacisti sul territorio. A tal proposito vorrei sottolineare che questa richiesta non nasconde un escamotage. Le lauree in Farmacia e Ctf infatti già prevedono un periodo minimo di 6 mesi di tirocinio curriculare obbligatorio da svolgere presso una farmacia, preparando lo studente all’inserimento nel mondo del lavoro. Ricordo che il “diario di tirocinio professionale” vale 30 Cfu (Crediti formativi universitari) e viene vidimato dal medesimo ordine dei farmacisti affinché il laureato acquisisca già nel corso degli studi anche le competenze “pratiche” per intraprendere la professione. Per inciso, l’esame fu disposto nel 1958 quando il tirocinio era previsto nella fase post-laurea ed era propedeutico all’esame di Stato.

La circostanza Covid pregiudica lo stesso contenuto dell’esame che al momento prevede 5 prove, di cui 3 di ordine pratico impossibili da svolgere online. Tengo a ricordare che fino all’anno scorso i miei colleghi hanno potuto seguire corsi di preparazione all’esame di Stato, al momento a noi preclusi a causa della chiusura delle Università. Inoltre, l’esame in sé non prevede che si apprendano nuove conoscenze, ma è un ripasso sintetico di 5 anni di studi ed è considerato una pratica onerosa, comportando una spesa che graverebbe su bilanci familiari in un momento di crisi, anche economica. Infine l’eventuale esame di Stato allungherebbe le tempistiche, facendo così perdere la prontezza di intervento durante l’emergenza: siamo farmacisti bloccati ai posti di partenza, pronti ad aiutare il Paese il prima possibile, con l’entusiasmo tipico dei giovani. L’esame di Stato è l’unico ostacolo formale tra noi e il lavoro nelle farmacie che necessitano di un ricambio del personale il prima possibile”.
dottore in Farmacia