In Italia è in aumento l’uso dei farmaci generici, anche se il Paese continua a collocarsi al terzultimo posto in Europa per consumo di questi prodotti. Lo evidenzia il rapporto Osmed 2023 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), secondo cui i generici rappresentano oggi il 22,8% della spesa farmaceutica e il 31,2% del totale dei consumi, con una crescita significativa rispetto al 9% registrato nel 2011. Tuttavia, il consumo italiano è ancora molto inferiore alla media europea, che si attesta al 51%, con picchi del 60% in Paesi come il Regno Unito.
L’appello dell’AIFA per maggiore informazione sui generici
Il presidente dell’AIFA, Robert Nisticò, ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare il pubblico sull’uso dei generici, che offrono la stessa sicurezza ed efficacia dei farmaci di marca ma con un impatto economico inferiore. Nisticò ha aggiunto che una maggiore diffusione dei generici aiuterebbe a contenere i costi sanitari sia per lo Stato che per le famiglie italiane, le quali spendono attualmente oltre un miliardo di euro per la differenza di prezzo rispetto ai farmaci brandizzati.
Crescita preoccupante dell’uso di antibiotici
Il rapporto segnala anche un aumento del 6,4% nel consumo di antibiotici nel 2023. Circa il 40% degli italiani ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel corso dell’anno, con un consumo più alto nel Sud Italia (44,8%) rispetto al Nord (30,9%).
Anziani e polifarmacia
La popolazione anziana è particolarmente soggetta a trattamenti farmacologici complessi: secondo il rapporto, il 28,5% degli over 65 assume almeno 10 farmaci diversi nell’arco di un anno, e il 68% di loro riceve prescrizioni per almeno 5 farmaci. Questa situazione riflette la presenza di più patologie croniche e l’elevata domanda di cure tra gli anziani.
Aumento della spesa per i farmaci di fascia C
Cresce anche la spesa per i farmaci di fascia C, ovvero quelli a carico dei cittadini, con un incremento del 9,8% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Gli italiani hanno speso complessivamente 7,1 miliardi di euro per questa categoria di farmaci, un aumento trainato da prezzi più alti e da un maggiore ricorso a medicinali di fascia C più costosi.