“L’azione di Governo si arresta qui”, ha dichiarato oggi pomeriggio il premier Giuseppe Conte a conclusione di un lungo discorso al Senato, durante il quale ha annunciato l’intenzione di rassegnare le proprie dimissioni al Quirinale dal capo dello Stato al termine del dibattito in Aula, decretando così l’apertura della crisi e la fine dell’Esecutivo M5S-Lega.
Gran parte dell’intervento del presidente del Consiglio è stato un attacco al ministro dell’Interno Matteo Salvini, che seduto accanto a lui scuoteva a tratti la testa. “Il ministro Salvini ha aperto la crisi e chiesto elezioni anticipate: è una decisione grave, perché ha seguito interessi personali e di partito” ha esordito Conte. “Decisione grave perché interrompe prematuramente un’esperienza di governo che aveva prodotto molti risultati; perché i cittadini avevano chiesto un cambio di passo espresso dal nostro governo; perché vìola il solenne impegno assunto dal leader della Lega con il contratto di governo; perché i tempi della decisione espongono il nostro Paese a gravi rischi, tra cui quello di ritrovarsi in esercizio provvisorio di bilancio”.
“Altro che governo dei no”, ha proseguito. “All’indomani delle Europee Salvini ha posto in essere un progressivo distacco dall’azione di governo, ha cercato pretesti per tornare alle urne. Quando si assumono così rilevanti incarichi istituzionali e dando il via del governo del cambiamento si assumono precisi doveri verso i cittadini e verso lo Stato; far votare i cittadini è l’essenza della democrazia, ma sollecitarli a votare ogni anno è irresponsabile”.
L’attacco di Conte nei confronti di Salvini non si arresta: “I comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’Interno rivelano scarsa responsabilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale. Mi assumo la responsabilità di quello che dico”.
“Ogni partito è chiamato ad operare una mediazione tra gli interessi di parte e quelli generali; quando ci si concentra solo su interessi di parte non si tradisce solo la nobiltà della politica ma si compromette l’interesse nazionale”, ha aggiunto Conte, rivolgendosi poi direttamente a Salvini: “Ti ho sentito chiedere “pieni poteri” e invocare le piazze a tuo sostegno, questa tua concezione mi preoccupa”.
Il premier ha contestato a Salvini anche l’uso fuori contesto dei simboli religiosi, suscitando la reazione dell’Aula. “Chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare di accostare agli slogan politici i simboli religiosi. Sono episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e di oscurare il principio di laicità alla base dello Stato moderno”. E ancora, in merito al Russiagate e alle presunte trattative del leghista Savoini a Mosca al fine di ottenere un finanziamento in nero: “La vicenda russa meritava di essere chiarita anche per i risvolti sul piano internazionale, dovevi venire in Senato ma ti sei rifiutato di condividere la informazioni”.
“Rifarei tutto quello che ho fatto”, ha replicato a caldo il vicepremier Matteo Salvini nell’intervento che ha seguito i duri attacchi di Conte. “Non ho paura del giudizio degli italiani, in questa aula ci sono donne e uomini liberi e donne e uomini un po’ meno liberi. Chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è una donna o un uomo libero”.
Nel tardo pomeriggio, la Lega ha deciso di ritirare la mozione di sfiducia al Governo Conte, precedentemente presentata in Senato ma mai calendarizzata. Il premier ha reagito accusando Salvini di mancanza di coraggio: “Nessun problema, se ti manca il coraggio sul piano politico di assumerti la responsabilità della crisi me la assumo io. Questa è la conclusione, unica, obbligata, trasparente. Vi ringrazio tanto, io vado dal presidente della Repubblica”, ha concluso.
In serata, il Presidente Sergio Mattarella ha ricevuto Conte al Palazzo del Quirinale, dove quest’ultimo ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Le consultazioni del Presidente della Repubblica inizieranno domani alle ore 16.