Il 3 Ottobre 2011 quattro donne e una ragazza di 14 anni persero la vita nel crollo di un opificio di Barletta. Le tre vittime erano delle lavoratrici a nero, la piccola era la figlia dei datori di lavoro. Dal Luglio del 2013 è iniziato il processo contro i gestori dei lavori di demolizione della casa adiacente, che hanno provocato il crollo della palazzina. Gli imputati sono 15, 14 persone e una società, Giannini srl, che si stava occupando dei lavori. Oggi dalla prima sezione penale del Tribunale di Trani sono state inflitte le condanne, che vanno dai 4 mesi ai 5 anni e mezzo.
I 14 imputati sono accusati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurimi, mentre la Giannini srl è coinvolta, negli stessi reati, per responsabilità amministrative. Il Tribunale di Trani ha stabilito che la condanna più alta andasse a Giovanni Paparella, il direttore dei lavori, condannato a cinque anni e sei mesi per i reati di omicidio colposo, crollo e lesioni colpose plurimi e ad altri sei mesi per aver violato norme antinfortunistiche; a scalare si susseguono le pene di Pietro Ceci (cinque anni), incaricato per conto della Giannini srl, proprietaria del suolo in cui si stava lavorando, della progettazione e sicurezza, e di Vincenzo Zagaria, condannato a quattro anni e sei mesi. Per coloro che hanno gestito materialmente i lavori, Andrea Chirulli e i suoi fratelli Giovanni e Salvatore, le pene vanno da quattro anni e nove mesi a quattro anni e sette mesi. Per l’ingegnere comunale Rosario Palmitessa, per il dirigente dell’Ufficio tecnico Francesco Gianferrini e per il maresciallo della polizia municipale Giovanni Andriolo, chiamato a intervenire poco prima del crollo, la condanna e di tre anni e mezzo. Il maresciallo è stato, inoltre, anche interdetto dagli uffici pubblici per cinque anni. Infine la pena inflitta a Cosimo Giannini, della Giannini srl, è di quattro anni e nove mesi oltre alla contravvenzione di 35mila euro per lottizzazione abusiva.