domenica, Dicembre 1, 2024
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Crotone, il naufragio dei migranti divide Piantedosi e Schlein

All’alba del 26 febbraio una barca carica di migranti è naufragata davanti alle coste calabresi, a Steccato di Cutro, vicino Crotone. Partita dalla Turchia, contava più di 170 persone. Tra il Paese di Erdogan e quello di Giorgia Meloni c’è però lo Stato greco. L’imbarcazione non è potuta attraccare lì perché da tempo la Grecia ha attuato politiche durissime contro gli sbarchi: nel primi due mesi del 2023 ha respinto oltre 155 imbarcazioni turche.

Quella che si è consumata a Crotone è una delle stragi in mare più gravi degli ultimi anni. Ad oggi i corpi recuperati sono 67, tra cui numerosi bambini. In giornata il Presidente Mattarella si recherà a Crotone dove, nel Palasport, è stata allestita la camera ardente con le bare delle vittime. La premier ha scritto una lettera all’Unione Europea. Si legge: «Serve una politica unica europea sui rifugiati che preveda il sostegno al di fuori dei confini UE di chi è colpito da guerre e calamità, e corridoi umanitari legali e sicuri per i profughi che gli Stati europei decidono di accogliere sul proprio territorio».

A prescindere dalle linee politiche, c’è qualcosa che evidentemente non ha funzionato in quelle ore cruciali della notte. Toccherà dividersi le responsabilità e le colpe. Tra i protagonisti della vicenda ci sono l’agenzia di frontiera dell’UE Frontex, la Guardia Costiera Italiana, i Carabinieri e la Guardia di Finanza. Non si è riusciti a salvarli o non si è voluto? Ci sono troppi buchi nella narrazione.

Ovviamente, tra gli interessati c’è anche il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi il quale, all’indomani dell’accaduto, ha dichiarato: «La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli» […] «Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli stati a offrire la via d’uscita al loro dramma». Maggiore peso assumono queste parole, pressoché riduttive e semplicistiche, perché provengono da un ex prefetto che quindi dovrebbe conoscere le dinamiche e la complessità dei fenomeni migratori.

Tra le conseguenti polemiche scoppiate c’è quella della neo Segretaria del PD Elly Schlein, la quale ha colto la palla al balzo per far sentire subito la sua voce. In Commissione Affari Costituzionali, ha detto: «Dichiarazioni indenne di un ministro, disumane, e totalmente inaccettabili e inadeguate al ruolo, essendo del tutto incuranti del fatto che le persone che partono fuggono da qualcosa. […] Queste dichiarazioni hanno trasformato le vittime in colpevoli. […] Chi è lei per stabilire che cosa giustifichi o meno la disperazione se la scelta, molto spesso, è tra il rischio di morte per tortura o il rischio in mare? Noi vogliamo che si chiariscano le dinamiche e le precise responsabilità di quello che è accaduto».

La questione dell’immigrazione resta, da anni, uno dei nodi centrali e più critici che abbracciano il Paese, l’Europa intera. Sono processi lunghi, complicati che forse non tenderanno mai ad una qualche ipotesi di risoluzione.

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