Tra i prodotti tipici della tradizione culinaria napoletana e campana ci sono sicuramente casatiello e tortano, torte rustiche preparate e gustate soprattutto durante i giorni di Pasqua e molto amate dai meridionali e non solo.
In molti utilizzano spesso questi due termini come sinonimi, ma in realtà esiste una differenza e una distinzione ben precisa. Di casatiello abbiamo una prima definizione di Raffaele D’Ambra nel suo vocabolario Napolitano-Italiano del 1873: si tratta di pane condito con sugna, o strutto, e pepe, avvolto in forma di grossa ciambella, con uova intere, mezzo incavate nell’impasto e ricoperte in cima da fettucce sistemate a croce.
Il tortano, invece, è comunque preparato con la sugna ma la sua forma a ciambella nasce da più cordoni di pasta intrecciati tra di loro per rappresentare la corona di spine indossata da Gesù in croce e quindi la sua passione.
Gli ingredienti sono pressoché gli stessi, la differenza risiede nelle uova, che nel casatiello sono contenute sode nell’impasto e crude e intere in superficie, mentre nel tortano si inseriscono già sode a spicchi solamente nell’impasto.
Le uova sono un elemento fondamentale e nella tradizione napoletana rappresentano il simbolo della rinascita del mondo, proprio come il cristiano rinasce con la resurrezione.