giovedì, Marzo 28, 2024
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Duterte, il leader delle FIlippine, si paragona ad Hitler: “Bisogna massacrarli”

«Se la Germania aveva Hitler, le Filippine potrebbero avere..». Con una pausa il leader delle Filippine fa intendere che la frase dovrebbe concludersi con il suo nome: Rodrigo Dueterte. Il suo intento, però, non è sterminare la popolazione ebraica ma porre fine al problema della droga in modo da salvare la prossima generazione dalla perdizione.

In un discorso al suo arrivo a Davao, dopo una visita in Vietnam, Duterte ha detto ai giornalisti che era stato dipinto come una sorta di cugino di Hitler dai suoi oppositori. E questo, in realtà, non gli dispiaceva: «Ci sono tre milioni di tossicodipendenti nelle Filippine. Sarei felice di massacrarli».

I suoi commenti hanno subito suscitato scalpore e indignazione nella comunità ebraica. Il rabbino Abraham Cooper del Centro Simon Wiesenthal, li ha definiti «scandalosi». «Duterte deve delle scuse alle vittime dell’olocausto per la sua retorica disgustosa», ha affermato. «E’ sconcertante il fatto che un leader voglia imitare un tale mostro», ha replicato Todd Gutnick dell’Anti-Defamatio League. In realtà, sin dalla sua elezione il paragone tra Duterte e Hitler sembra sempre più conforme alla realtà: lo stesso presidente uscente Benigno Aquino aveva avvertito che la crescente popolarità di Duterte era simile a quella di Hitler in Germania. «Dobbiamo ricordarci come Hitler è salito al potere», ha avvertito Aquino.

Questa non è la prima volta che il leader delle Filippine fa parlare di sé al di fuori del paese. Fin dalla sua elezione di maggio Duterte ha sconvolto la comunità statunitense e mondiale per il suo giro di vite sulla droga, le centinaia di esecuzioni extragiudiziali e per le sue provocazioni contro il presidente Barack Obama, definito dal leader “figlio di puttana”. Inoltre, nella giornata di ieri Dueterte ha annunciato l’interruzione delle operazioni militari congiunte con gli stati Uniti, per allontanarsi sempre di più dall’alleanza con il paese e rivolgere il suo sguardo alla Russia e alla Cina.