sabato, Aprile 20, 2024
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ESCLUSIVA: Jago, artista a tutto tondo, si racconta ai microfoni di DailyNews24

Ai nostri microfoni oggi c’è un artista dei nostri giorni. Il suo nome è Jago, ha origini romane ed è molto seguito sui social network (224.410 like sulla sua pagina facebook). Divenuto famoso per la sua particolare tecnica di lavorazione del marmo. Immergiamoci nel mondo di questo giovane artista.

  1. Qual è secondo te il fattore X che ti distingue dagli altri artisti contemporanei?

Io non ho una preoccupazione rispetto al fatto di volermi distinguere, la mia unica preoccupazione è quella di occuparmi di me stesso, anche perché è molto poco interessante rifarsi agli altri ma non perché sono egoista ma perché ho scoperto che se io faccio qualcosa di buono per me stesso inevitabilmente faccio qualcosa di buono per gli altri. Dedico il mio tempo alla mia attività senza tener conto delle cose che fanno gli altri. Io sono molto innamorato della tradizione e di un certo tipo di arte, l’arte contemporanea per me è un imbroglio nella misura in cui tutta l’arte è contemporanea, non solo quella dei presunti artisti contemporanei. Non mi interessa distinguermi però so che ognuno è unico nella misura in cui è se stesso, quindi se mi distinguo saranno gli altri a dirlo.

2. Il mondo social in quale misura hanno contribuito al tuo successo?

Il social è stato molto importante perché mi ha permesso di poter dare sfogo al mio desiderio di comunicare e in qualche modo ad arrivare con dei contenuti alle persone. Il socia è lo specchio esatto di quello che noi viviamo al di fuori del social, soltanto che ha delle dinamiche diverse. Lì dentro, però, si sviluppano gli stessi meccanismi che troviamo fuori, solo che c’è la mediazione. Il social per me è sempre più importante perché crea uno storico del mio lavoro, mi permette di ricevere feedback in tempo reale del mio lavoro rispetto al contenuto della mia opera e in qualche modo scoprendo di recente e applicandomi alle dirette e ai live, è una modalità del tutto nuova e una possibilità che la tecnologia ci offre, intendo sfruttarla perché secondo me è interessante rendere lo spettatore partecipe della creazione, cosa che anche io avrei voluto essere quando guardavo una grande opera ed immaginavo di poter stare lì. Se io mentre faccio il live e so che c’è qualcuno che mi osserva, vengo sicuramente condizionato e quelle persone partecipano alla realizzazione dell’opera. E’ un’opera condivisa ed è bellissimo questo. Le persone che frequentano la mia pagina dicono delle cose fantastiche che possono condividere energia positiva. Quindi è un mondo estremamente bello ma che va usato con coscienza ed intelligenza. Uno diventa artista quando glielo riconosce una comunità, non quando lo dice un critico o uno storico, e la comunità che abbiamo noi a disposizione è quella virtuale.

3. Consigli ai giovani di farsi strada da autodidatti o perseguendo l’iter degli studi universitari, nel caso specifico accademici?

Il mio è stato un caso, sono successe delle cose che mi hanno portato ad abbandonare gli studi perché non potevo continuare e nel mio caso è stato un bene. Nulla toglie che, invece, un ragazzo che finisce gli studi possa trovare una strada valida. Io forse sono l’eccezione che conferma la regola. Il dato reale che va preso in considerazione rispetto alla mia esperienza è che mettendo i piedi fuori l’istituzione accademica ho potuto fare quelle esperienze nella realtà e questa cosa è quella rilevante. Stare in accademia non vuol dire avere la soluzione alla sopravvivenza una volta che si esce da là. Non c’è questa certezza. Secondo me un ragazzo può fare l’accademia, sviluppando però una propria identità artistica, stando anche con i piedi al di fuori dell’accademia. Un’istituzione dovrebbe formarti affinché tu possa lavorare nell’arte. Bisogna stare con i piedi fuori e cercare di darti da fare contemporaneamente.

4. Parlaci, se ci sono, dei tuoi progetti futuri

sto curando da due anni. Tante altre cose che si vanno ad incastrare in un calendario molto fitto in cui oltre al dover realizzare le mie opere, mi occupo anche della comunicazione e programmazione di tutti i contenuti che tutti giorni vengono condivisi sul web. Sarò a New York, all’Armory Show a Marzo. Ci sarà una mostra del mio ultimo lavoro di cui faccio le dirette, a Verona. Non mi fermo mai. Ci sono anche le conferenze, sarò al museo Bodini il 25 di questo mese, farò molto probabilmente una performance di scultura live.

 5. Quale città europea o italiana, consigli di visitare per ammirare un patrimonio artistico unico?

Roma, al cento per cento. Anche Parigi, vogliamo pensare al Bernini, oltre ad aver dato un’immagine a Roma, la Roma di oggi è berniniana. Ma potrei citare un numero infinito di luoghi. Il mondo è bello in modi diversi ma io posso ad occhi chiusi dire Roma. Anche Napoli. Ma devo dire Roma dove c’è anche il mio cuore.

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