mercoledì, Aprile 24, 2024
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ESCLUSIVA: Roberta Rei, direttamente da “Le Iene”, si racconta ai microfoni di DailyNews24

Oggi ai nostri microfoni Roberta Rei, giornalista e inviata del programma “Le Iene”. Le sue origini sono partenopee ma ha vissuto più anni in Cina ed in America. Dopo aver lavorato per il Fattoquotidiano, Repubblica, Agorà, è approdata nel programma di Italia Uno, realizzando servizi molto seguiti e dalle tematiche molto profonde (criminalità organizzata, migranti, ambiente).

1.      Che raccomandazione faresti ai giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro?

Se vogliono affacciarsi al mondo del lavoro giornalistico, di farsi venire un’idea. Un’idea di linguaggio diverso ( e con il web e i video ci si può sbizzarrire), un’idea su storie interessanti da raccontare. E ricordarsi che il giornalismo di oggi va sempre più verso piattaforme digitali quindi, bene la scrittura, ma apriamo gli orizzonti a altri mezzi. Per il lavoro in generale, so che la realtà dei fatti non aiuta e spesso può abbattere, però siate testardi ma con i piedi per terra. Se per poter raggiungere l’obiettivo servono contatti che non avete, capite come arrivarci: esempio, master, stage, corsi etc.. e intanto magari mantenersi con qualche lavoretto diverso. E se neanche quello c’è, nell’attesa di tempi migliori, andate a fare esperienze all’estero. Quello è fondamentale.

2.      Data la tua grande passione per lo sport, hai mai pensato di realizzare servizi attinenti al mondo sportivo?

Lo sport, la corsa, sono stati il mio primo grande amore, e in un certo senso devo a questa passione il mio lavoro di oggi. È lavorando come interprete alle olimpiadi di Pechino 2008 che ho scoperto il giornalismo. Se capiterà di dover raccontare qualche storia di sport ( o perché no, di problemi del mondo dello sport) lo farò sicuro. Basta che non si tratti di calcio:)

3.      Hai combinato la tua passione per la corsa con il tuo lavoro da Iena, qual è il tuo prossimo obiettivo?

Per ora continuare a fare questo lavoro, ma senza più “correre”. Mi sto concentrando su meno progetti ma più approfonditi. Ogni tanto ci vuole

4.      Che legame hai con la città in cui sei nata, Napoli?

Napoli è tutto quello che sono. E so di essere arrivata dove sono perché sono napoletana. Il mio modo di affrontare tutto, soprattutto le difficoltà, derivano da come la mia città mi ha cresciuta e formata. Ci torno sempre più spesso, dopo averla abbandonata per anni all’estero, e cerco sempre di raccontarla tenendo conto di com’è per davvero. Il mio primo servizio su Napoli è stato quello in cui dei bimbi di Scampia giravano loro stessi con delle telecamerine la loro vita. Ecco, Scampia che non è solo camorra. 

5.      In quale momento della tua carriera ti sei sentita professionalmente realizzata a tutti gli effetti?

Beh per ora mi sento ancora di dover migliorare e fare tanta tanta strada. Forse il momento più felice è quando me ne sono fregata dei capi che mi dicevano che la mia idea non era buona, l’ho realizzata da sola con i miei mezzi e con quella ho vinto un premio che mi ha fatto iniziare a lavorare in una redazione vera, quella di Repubblica

6. Su quale traccia premi “Play” se dovessi assegnare alla tua vita una colonna sonora?

Sui brani del pianista Renato Sellani, soprattutto quelli che suonano Napoli.

 

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