Fu in una sera di metà Novembre che Filippo Turetta, fidanzato di Giulia Cecchettin, venne arrestato dalla Polizia tedesca mentre percorreva l’Autostrada A9. Fu in quell’esatto istante che la sua vita cambiò radicalmente. In attesa di estradizione, venne mandato nel carcere di Halle con l’accusa di aver ucciso colei di cui si professava innamorato.
Nel frattempo che l’odio da parte del mondo cresceva sempre di più e lui diventava l’oggetto preferito della gogna mediatica, il ventiduenne, chiuso all’interno di una cella, trascorreva le sue giornate pensando al suo destino, una volta tornato in Italia. Dietro quelle sbarre, il tempo sembrava non passare mai. Per dar sfogo ai suoi pensieri, Filippo iniziò a scrivere delle lettere. Una di queste è stata recentemente pubblicata.
Nel testo, il suo primo pensiero è rivolto ai genitori, nonché destinatari dello scritto. Dice: “Capirei e accetterei se d’ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio e probabilmente sarebbe la scelta migliore per la vostra vita. Io stesso non so se ho ancora il coraggio di farmi vedere da voi”.
Anche lui stesso rabbrividisce al pensiero di quanto commesso per sua mano. Stando a quanto scritto, ha provato a porre fine al suo dolore e alla sua stessa vita, senza però riuscirci. Il futuro ora gli sembra vuoto e oscuro, privo dei sogni tipici della sua età e che fino all’omicidio di Giulia gli appartenevano.
Nel testo parla della ragazza in termini affettuosi: “Soprattutto, ho perso la persona più importante della mia vita, la persona che è tutto per me e che da due ani penso ininterrottamente ogni giorno, la persona più bella e speciale che potessi mai incontrare e tutto questo per colpa mia. Non so perché l’ho fatto, non avrei mai pensato o voluto succedesse niente del genere. Io non sono cattivo, lo giuro. Vorrei che tutto tornasse indietro e non fosse successo niente”. Peccato però che non sia possibile cambiare passato e a farlo non può essere sicuramente Giulia.