“Possono cercare i soldi in Russia, ma non li troveranno”, ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini nel corso di un comizio a Sassuolo commentando la vicenda dei possibili finanziamenti Russi alla Lega. “Noi di denaro ne abbiamo poco, ma io voglio l’affetto e la fiducia degli italiani”.
All’origine dello scandalo un accordo che avrebbe permesso alla Lega di ottenere l’equivalente di 65 milioni di dollari di fondi dalla Russia, come emerge da un audio pubblicato il 10 luglio dalla testata statunitense Buzzfeed, sebbene le dinamiche che trapelano dalla conversazione fossero state già rese note lo scorso febbraio da un’inchiesta del settimanale l’Espresso.
L’audio è stato registrato al Metropol Hotel di Mosca e riporta una conversazione che coinvolge in totale sei persone, di cui tre italiani e tre russi. L’unica voce riconoscibile è quella di Gianluca Savoini, un esponente delle Lega considerato come un emissario del partito in Russia e identificato come principale intermediario dell’operazione, ma è emerso di recente che uno degli altri connazionali è l’avvocato Gianluca Meranda, presente all’evento in qualità di consulente di una banca d’affari. Meranda ha confermato la sua partecipazione ma nega ogni coinvolgimento politico o interesse per il finanziamento ai partiti.
La Procura di Milano ha avviato un’indagine a carico di Savoini per corruzione internazionale e si valuta l’avvio di una rogatoria per far luce sui flussi finanziari che si sarebbero dovuti registrare fra la Russia e il partito.