venerdì, Marzo 29, 2024
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Fortunato Cerlino: don Pietro Savastano e il fascino del male in “Gomorra”

Fortunato Cerlino, talentuoso attore noto per aver interpretato il ruolo di don Pietro Savastano nelle prime due stagioni della serie tv Gomorra, ha incontrato pubblico e fan in occasione della sua partecipazione in qualità di ospite all’edizione 2017 del Toko Film Festival, rassegna di corti di respiro internazionale che si svolge a Sala Consilina, in provincia di Salerno.

Alla presenza di un numeroso pubblico, Cerlino ha raccontato  aneddoti e storie del suo vissuto professionale accompagnate da riflessioni sulla recitazione e sull’arte in generale.
Quando mi apprestavo a interpretare don Pietro Savastano, dissi al regista della serie Stefano Sollima che mi sarebbe piaciuto dar vita a un personaggio più complesso di un boss camorrista da odiare totalmente – ha raccontato Cerlino riferendosi alla sua esperienza sul set della serie Gomorra – volevo che don Pietro rischiasse, in qualche modo, di affascinare il pubblico, così da portarci a riflettere. Abbiamo paura di ammettere a noi stessi che il male può essere affascinante”.

In relazione alle polemiche scaturite dalla serie, l’attore ha osservato che “la nostra società non deve interrogarsi tanto sulla fiction e sulla narrazione, che ha il dovere di raccontare determinate realtà, quanto piuttosto sull’importanza che ancora oggi riveste la formazione, la quale permette di approcciare con i giusti filtri ogni dinamica. Ciò che è davvero pericoloso, oggi, è l’indebolirsi di istituzioni quali la famiglia, la scuola. Quando non c’è più uno Stato sociale e si vive di contratti precari si indebolisce il nucleo stesso della società e una persona può arrivare, completamente disarmata, a contatto con realtà come quelle che racconta Gomorra”.

L’arte ci aiuta, attraverso la corazza della narrazione, ad attraversare zone maledette, straordinarie, magnifiche e pericolose senza bruciarci” ha poi aggiunto Cerlino.

Per quanto possa sembrare paradossale, ritengo che la recitazione non abbia a che fare con l’ego: un attore non deve lasciare che il proprio riflesso lo soffochiQuando l’attore è regista di sé stesso, vuol dire che non si sta fidando di chi lo dirige. Nel corso della mia carriera è capitato poche volte, perché ho avuto la fortuna di incontrare sempre registi molto preparati che hanno saputo indirizzarmi”.

Durante la kermesse è stato proiettato, fuori concorso, il corto Black Comedy interpretato dallo stesso Cerlino e da Antonia Liskova. Presente il regista Luigi Pane, che ha successivamente preso parte a una discussione volta a commentare il cortometraggio.