Grave crisi diplomatica tra la Francia e l’Italia: Parigi ha richiamato l’ambasciatore Christian Masset per consultazioni, denunciando “attacchi senza precedenti e ingerenze ingiustificabili” da parte dell’Italia che, a loro dire, non si verificavano “dalla Seconda guerra mondiale“.
Le tensioni tra l’attuale governo italiano e la Francia vanno avanti già da qualche tempo, ma il punto di rottura si è avuto con l’incontro avvenuto lo scorso gennaio tra Luigi Di Maio e alcuni esponenti del movimento dei ‘gilet gialli’, che da circa tre mesi contesta il presidente Emmanuel Macron.
Gli attriti tra Francia e Italia che hanno portato alle attuali tensioni vanno avanti dallo scorso giugno, quando Macron biasimò ” il cinismo e l’irresponsabilita‘” dell’Italia in merito al caso Aquarius, la nave che rimase bloccata per giorni nel Mediterraneo con 629 migranti a bordo prima di sbarcare a Valencia. In quell’occasione, Di Maio invitò la Francia ad aprire i suoi porti per risolvere la questione, mentre Matteo Salvini sottolineò gli impegni precedentemente presi da Macron, esortandolo ad accogliere i novemila migranti di cui aveva promesso di farsi carico.
Poco dopo, a ottobre, dei gendarmi francesi a bordo di un furgone sconfinarono in Val di Susa abbandonando immigrati nei boschi tra Cesana a Claviere. Si ebbe in seguito una dura polemica tra i due Paesi: la Francia parlò di un errore, denunciando una strumentalizzazione politica della vicenda da parte delle autorità italiane, mentre Matteo Salvini, respingendo le scuse, definì l’episodio “un’offesa senza precedenti” e citò un episodio simile risalente all’agosto precedente, quando due italiani di Claviere erano stati avvicinati e controllati in territorio italiano da quattro uomini in mimetica, probabilmente francesi.
Nei giorni successivi, Salvini diffuse un video che riprendeva ancora una volta agenti della gendarmeria francese intenti a lasciare dei migranti a Claviere. L’Eliseo si difese affermando che si trattava di un caso di respingimento alla frontiera di tre migranti provenienti dall’Italia senza documenti di viaggio, in base ad una una prassi concordata tra la polizia francese e quella italiana.
A dicembre, intanto, Macron è alle prese con le richieste dei ‘gilet gialli’ e annuncia nuove misure volte a soddisfare le richieste dei manifestanti. Di Maio coglie l’occasione per evidenziare che tali misure avrebbero portato la Francia allo sforamento della soglia del 3% nel rapporto deficit-Pil, aggiungendo che “non e’ in linea con quello che l’Europa ci ha detto fino ad ora. E’ evidente, dunque, che l’Europa considera i Paesi in maniera diversa“.
Nel mese di gennaio, Di Maio ha espresso tramite il blog del Movimento 5 Stelle l’appoggio del suo partito al movimento anti-governativo francese, criticando le politiche di Macron. Non si è fatta attendere la replica del ministro francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau: “La Francia si guarda bene dal dare lezioni all’Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa propria“.
Pochi giorni dopo, l’ambasciatore italiano a Parigi Teresa Castaldo è stata convocata dal ministero degli Esteri a seguito delle dichiarazioni di Di Maio secondo cui “l’Unione europea dovrebbe sanzionare le nazioni come la Francia che stanno impoverendo l’Africa, ed e’ necessario affrontare il problema anche all’Onu“.
Si arriva così a fine gennaio, quando Di Maio e Alessandro Di Battista, in qualità di principali esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno incontrato a Parigi Christoph Chalencon, uno dei rappresentanti dei gilet gialli che durante le ultime manifestazioni aveva anche apertamente parlato di un colpo di stato contro Macron. Il governo francese la considera “una nuova e inaccettabile provocazione che indebolisce i rapporti bilaterali“.
Non ha contribuito ad alleggerire i toni la piccola gaffe di Di Maio che, in una lettera pubblicata sul sito di Le Monde, afferma di considerare la Francia “un Paese amico” dalla “tradizione democratica millenaria”, quando in realtà la Rivoluzione francese risale a circa 230 anni fa.
La decisione di Macron di richiamare a Parigi l’ambasciatore presente in Italia ha dato il via a una vera e propria crisi commerciale e politica tra i due Paesi che rischia di compromettere l’export del nord-ovest italiano: L’Air France si è infatti chiamata fuori dal salvataggio di Alitalia e al momento risultano praticamente ferme le trattative per la comune gestione in tema di immigrazione.