giovedì, Aprile 25, 2024
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La nuova intesa: Repubblica e Stampa si fondono

Da alcuni viene considerato il polo del futuro da altri l’inizio della fine. Si tratta della fusione tra il gruppo editoriale l’Espresso e l’Itedi, la società che controlla La Stampa e il Secolo XIX. La famiglia Agnelli e la De Benedetti, così, legano i loro destini. Da un lato la dirigente della Fca, azionista di maggioranza dell’Itedi e di una fetta del Corriere della sera, dall’altro la proprietaria della holding Cir, a capo del gruppo l’Espresso. A scontare le pene di questa fusione, però, è il Corriere della Sera che perde uno dei suoi maggiori azionisti, l’Exor, il gruppo finanziario della famiglia Agnelli.

Per un attento osservatore l’arrivo di Calabresi, ex direttore della Stampa, alla Repubblica è stato un segnale. Dopo poco più di un mese, infatti, è arrivata la fusione: alla Cir il 43% della torta, all’Exor e alla Perrone il 5%. A innescare la bomba è stata la decisione del Lingotto di dedicarsi, almeno in Italia, soltanto al settore automobilistico. Exor, infatti, da una partecipazione del 77% nel gruppo Itedi passa a una partecipazione del 5%. E si disfarà entro il primo trimestre del 2017 anche delle sue azioni Rcs. La fine di un era per la società del Corriere della Sera che per tre volte consecutive, ha ricordato il Lingotto, è stata salvata dalla Fca.

In effetti, per la famiglia Agnelli è sempre risultato difficile gestire entrambi i settori. Da un lato le auto, dall’altro il mondo dell’editoria. Situazione che si è aggravata nel momento in cui la Fiat si è fusa con la Chrysler, creando il gruppo Fca, sicuramente di impronta più internazionale. Da quel momento è stata l’Exor, il gruppo finanziario della Fca, a gestire le azioni Rcs e Itedi. Non per molto, però.

La decisione della Fca sembra essere una semplice manovra di mercato, ma quali ricadute avrà sull’informazione? Per il renziano Michele Anzaldi, membro della commissione di vigilanza Rai, questa fusione «è una cosa negativa, perché meno pluralismo c’è e peggio è». In effetti ciò che sicuramente mancherà sarà la concorrenza, il più delle volte produttiva, tra le due testate. «Non muterà il rispetto dei valori di integrità e di indipendenza», rassicura Jhon Elkann. Le risposte forse arriveranno con il tempo, per ora vale il verdetto del mercato: pollice in su per il gruppo l’Espresso e pollice in giù per il gruppo Rcs.

 

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