giovedì, Marzo 28, 2024
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Garante Privacy sanziona “Le Iene”: no ad artifici e pressioni da parte dei giornalisti

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Al termine dell’istruttoria il Garante Privacy ha sanzionato Reti Televisive Italiane S.p.a. e ha vietato la diffusione di un’intervista all’interno di un servizio de “Le Iene” ribadendo il principio secondo il quale “i giornalisti devono agire con correttezza e trasparenza evitando di utilizzare artifici e pressioni per raccogliere notizie che potrebbero essere acquisite con gli strumenti dell’inchiesta giornalistica”.

Il caso in questione riguarda un medico che aveva presentato reclamo presso l’Autorità lamentando di aver subito una violazione della sua privacy avvenuta nel corso di una puntata della nota trasmissione. In effetti lo stesso, dopo essere stato avvicinato dagli inviati del programma televisivo che – senza identificarsi – erano entrati nel suo studio fingendo un malore, era stato ripreso e “intervistato” a sua insaputa. Nel servizio comparivano primi piani della sua persona, oscurata solo parzialmente in volto e senza mascheramento della voce, e dettagli del luogo di lavoro che lo rendevano riconoscibile. Al professionista, inoltre, mentre era dedito alle sue prestazioni sanitarie, venivano rivolte con insistenza domande sul problema dei fumi e sull’inquinamento dell’aria nel Comune dove lavora.

Nel decidere sul reclamo il Garante Privacy ha ritenuto che, nel caso specifico, i giornalisti avrebbero dovuto agire con correttezza e trasparenza, qualificandosi ed evitando artifici e pressioni indebite, in conformità alla disciplina in materia di privacy e al Codice deontologico dei giornalisti.

Le informazioni che i giornalisti intendevano raccogliere si sarebbero infatti potute ugualmente acquisire con modalità diverse, ricorrendo, ad esempio, ad altre fonti o attraverso una intervista palese al medico, pur mantenendo le garanzie di anonimato, oppure interpellando altri professionisti della zona. Queste modalità non sono state esperite, senza che RTI abbia fornito all’Autorità elementi in grado di dimostrare l’impossibilità di procedere non ricorrendo agli artifici utilizzati. Si sarebbe potuto inoltre garantire più efficacemente l’anonimato dell’interessato, ad esempio con il mascheramento della voce e l’utilizzo di inquadrature non focalizzate sulla persona e sul suo ambiente di lavoro.

Al termine del procedimento l’Autorità ha stabilito che Reti Televisive Italiane S.p.a. dovrà pagare una sanzione di 10.000 euro e non potrà più diffondere l’intervista in questione all’interno del servizio, che invece dovrà essere conservata per eventuali utilizzi in sede giudiziaria.