Giuliano Tavaroli: “Calciopoli scoppiato tardi, Moratti scelse una pista strana”

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Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di due grandi aziende come Telecom Italia e Pirelli, per mezzo delle colonne di Repubblica ha ricordato il decimo anniversario di uno dei momenti più bui del nostro calcio, lo Scandalo Calciopoli, scoppiato il 2 maggio 2006. Ecco le sue parole: “Calciopoli è stata una ricostruzione folle. Nei mesi caldi delle intercettazioni, io già non ero più in Telecom: ero in Romania per la Pirelli. Ed era già stata fatta la prima perquisizione nell’inchiesta sulle vicende in Telecom. Vicende nelle quali non è mai stata trovata alcuna intercettazione abusiva, o abusivamente utilizzata. È invece vero che l’Inter avrebbe potuto far scoppiare lo scandalo molti anni prima. E non lo fece. La vicenda Facchetti-Nucini? L’arbitro era a fine carriera, cercava una sistemazione per il futuro e raccontò tutto. Durante numerosi incontri raccontò di come era stato avvicinato da De Santis. Raccontò di un incontro con Moggi in un albergo alla periferia di Torino dove era stato condotto con modalità da spy story. Disse delle offerte che aveva ricevuto. E illustrò il funzionamento del sistema. Dal punto di vista psicologico la cosa ebbe un impatto notevole su Moratti, che era così disperato per le mancate vittorie che poco prima aveva provato a portare Moggi a Milano. Fatto sta che mi chiamano. E dopo una prima indagine trovo conferme al racconto di Nucini, ma non se ne fece più niente e tutto venne archiviato dai giudici. Moggi? È un uomo molto intelligente. Ho passato anni a convincerlo che all’orgine dei suoi guai non c’ero né io né Moratti né l’Inter”.