sabato, Aprile 20, 2024
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Guido Meda su Facebook” Fischi al buonsenso”

I fischi a Lorenzo domenica dopo la vittoria continuano ad essere discussi sul web che, almeno su questo, sembra essere unito sullo stesso fronte: questo gesto non andava fatto.

Sia chiaro: fischi, “buu”, insulti e chi più ne ha più ne metta esistono dalla notte dei tempi ma visti nel GP d’Italia al Mugello lasciano un po’ l’amaro in bocca.

Ognuno dice la sua, ognuno predica qualcosa e ognuno la pensa a suo modo ma perché rendere comune uno sport che si è sempre distinto dalla massa per colpa di pochi individui privi di civiltà?

La storica voce del Motomondiale ha voluto prendere parte alla discussione che ormai ha intasato il web dando un punto di vista di una persona interna al mondo delle corse che in oltre 10 anni di telecronaca ne ha viste e sentite di tutti i colori, ma tra le righe trapela anche che al Mugello, forse, abbiamo passato la soglia massima.

“Sono molti, anzi siete molti voi che andate al Gp d’Italia, al Mugello, per una festa rumorosa da dedicare a Valentino Rossi. Che peraltro se la merita tutta. Ecco, però ci sono tre cose che dovreste imparare a fare: bere un po’ meno, fare attenzione al prossimo e non fischiare i vincitori. Mai. Nelle cose del motociclismo un pilota che vince è uno che è stato bravo e forte e ha pure rischiato. Di farsi male, oppure addirittura la pelle. Ci capiamo? Io sono contento di aver contribuito a fare della Motogp un grande divertimento, però spero che non dimentichiate che qualche volta le cose non sono andate bene per niente. Abbiamo pianto, molto e in più di una occasione. Quarant’anni fa si piangeva anche più di una volta l’anno. Il motociclismo viene da lì, ha quella storia lì, anche se poi la comunicazione moderna, l’evoluzione delle misure di sicurezza, le trenta telecamere a gara, l’allegria di chi corre e di chi racconta, ci allontanano dalla vera essenza.

Ho sempre pensato che il motociclismo sia di tutti. Non sto, ma proprio per niente, con chi si augura che Rossi si ritiri presto così le moto tornano solo uno sport “per competenti”…che poi li vorrei vedere bene ‘sti competenti. Ma non fa nulla.

Rossi è un patrimonio, una star internazionale, un’attrazione, uno pazzesco che piace a mamme e bambini, uno che ha massificato un tifo e pure una passione per il motociclismo che prima non c’erano. Ha tenuto in piedi il baraccone di tanta gente. Aziende, giornalisti neutri, giornalisti pro e pure giornalisti contro; ha generato un indotto, ha alimentato l’audience, il commercio. Persino per chi non vuole rendersene conto. Ha avuto insomma, per primo, un ruolo nuovo e assoluto per questo sport, che di fatto però rimane uno sport.

Io mica mi scandalizzo se nella massa c’è chi fischia o chi fa buu. Figuriamoci. A Phillip Island ho visto gli australiani fare buu a Stoner ed esibire striscioni in cui gli davano del “lamentone”, a Brno ho visto tifosi di Max Biaggi fare buu a Rossi, a Barcellona ho visto gli spagnoli fare buu a Simoncelli, a Monza ho visto tifosi di Rossi fare buu a Biaggi. Dicono che qualcuno sputasse a Spencer, che altri sostenitori di Agostini, tanti anni fa fischiassero sonoramente Pasolini e viceversa. Il buu e il fischio fanno un po’ parte dei diritti della massa, ma distinguersi dalla massa dimostrandosi un passo avanti e un po’ più civili come individui non ha prezzo. E’ degli intelligenti, di quelli in gamba, di quelli originali, di chi ha personalità. Oggi in Italia tutti fanno buu a qualcosa, pochi realmente costruiscono, molti negano di aver fatto buu, altri fanno buu solo se sono nascosti da un monitor.

Però se Lorenzo ha vinto è solo perchè è stato più forte e più veloce. Non è che fischiandolo gli si tolgono i meriti o cambia il risultato. E non è che abbia preso a calci in faccia qualcuno per ottenerlo. Mi sembra persino inutile stare qui a spiegarvi una cosa che sembra naturale. E se sulla massa -come dicono -un minimo di potere ce l’ho, in questo caso mi piacerebbe usarlo per mitigare un sentimento forse normale, ma sbagliato, a vantaggio del buonsenso. Per aiutare chi non è motociclista a ragionare un po’ come se lo fosse. Peraltro avrete notato che, finchè dura, i rapporti tra i piloti si sono molto normalizzati rispetto al passato. Perchè indurirli? Mi prendo la mia parte di responsabilità. Se devo pensare che nel mio lavoro ho cresciuto pure qualche idiota, mi prendo la mia parte di responsabilità.

Mi pare pure strano, questo lo devo dire, che -almeno su questi benedetti social- a farsi crociati della campagna contro i fischi siano  in buona parte gli stessi che a Rossi non risparmiano niente: cose tipo mafioso, sopravvalutato, agevolato, omosessuale, Lamentino, la merda gialla. O sbaglio? Non sbaglio. Ecco, da lì non può arrivare nessuna predica. La civiltà secondo necessità o comodo è uno stupido paradosso. E basta. Qualcuno mi ha detto che Lorenzo che con due amici festeggia la vittoria sulla schiena a zampe in su sia il gesto della tartaruga rovesciata, che significherebbe un bel po’ cercarsi il dissenso con il lanternino. Altri mi dicono (e mi pare più plausibile e più furbo) che lui e i suoi amici simulassero il neonato che vagisce, simboleggiando in sostanza la nascita delle ultime tre vittorie. La scenetta è un po’ criptica, ma in dieci secondi mi sono bell’e stufato di farci un ragionamento. Non è buonsenso incastrarsi su queste stupidaggini.

Mi sembra più serio piuttosto che l’invasione “pacifica” del Mugello abbia fatto sì che un bambino venisse travolto e calpestato dalla massa sotto gli occhi dei genitori. E’ vivo per miracolo. Se dobbiamo andare fieri di un’invasione pacifica, almeno che lo sia per davvero. Che poi non ci sarebbe neppure ragione di farla. Siamo gli unici al mondo che si producono in un’invasione di autodromo. Certo, siamo anche gli unici al mondo che contano una star internazionale vera come Rossi e ragioni di ordine pubblico suggeriscono che sia meglio aprire i cancelli piuttosto che tenerli chiusi. Ma almeno che sia una festa fino in fondo. L’idiozia non ha bandiere, nè rosse, nè gialle. Dai, su.”

Sono queste le parole con cui Meda dice la sua scrivendo una nota sul suo profilo facebook, ovviamente al TG e nel mondo la notizia del bimbo è stata ignorata e già questo basta a dire tutto, possiamo solo unirci ai genitori in questo momento difficile e scusarci, noi tutti, di tanta disumanità in un evento che vuole e riesce ad avvicinare milioni di persone con una passione in comune: le moto.

Siamo sempre stati giudicati un tifo “caldo” e a volte anche troppo ma domenica abbiamo veramente varcato la soglia, bisogna fare un passo indietro e riflettere.

Ci sarà sempre tifo pro e tifo contro, ci sarà sempre la preferenza e l’antipatia ma non dobbiamo mai dimenticare il talento dei piloti o atleti che siano.

Il rispetto prima di tutto, sempre e comunque, i “vandali” lasciamoli fuori dagli sport che già negli stadi ne sentiamo abbastanza.

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