sabato, Aprile 20, 2024
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Hikikomori e Covid. Quando i giovani cessano di essere giovani

A distanza esatta di un anno dalla sua comparsa anche in Italia molti aspetti del Covid-19 sono ancora poco chiari; tuttavia la voce degli esperti è pressocché unanime nel sottolineare quanto siano stati i giovani la categoria che ha subito maggiori ripercussioni psicologiche dal mutamento delle abitudini sociali. Il Covid-19, difatti, ben si è sposato con la sindrome “Hikikomori”, inasprendone gli elementi caratteristici quali: l’isolamento, la solitudine, l’interruzione di qualsiasi contatto con l’esterno.

Isolamento forzato e isolamento volontario – Il termine “Hikikomori” nasce dalla fusione di due verbi giapponesi: “Hiku” = scomparire e “Komoru” = isolarsi, ed indica la scelta di isolarsi volontariamente dalla società e dai familiari in risposta al senso di inadeguatezza nel vivere quotidiano. A sentire in modo più pressante questa necessità di scomparire attuando una forma di autoisolamento sono soprattutto gli adolescenti, sempre meno adeguatamente accompagnati nel processo di formazione ed educazione. L’Hikikomori va, dunque, distinto dall’isolamento forzato ed alternato a cui ci si sta gradualmente abituando al fine di contrastare la diffusione del Coronavirus.

Lockdown ed Hikikomori – Sono tre i possibili scenari che si possono essere verificati in quest’ultimo anno tra gli Hikikomori, a seconda dello stadio dell’isolamento volontario attuato. Invero, chi prima del lockdown stava cercando di contrastare la propria condizione di isolamento si è visto privare anche di quelle poche attività che gli consentivano di mantenere un minimo di contatto con la società, come la scuola. Chi, invece, stava attraversando un primo stadio dell’isolamento volontario, con l’isolamento forzato avrà vissuto una rapida discesa nella condizione di Hikikomori, non subendo alcuna pressione sociale nell’evitare detto declino. Infine, chi viveva già in uno stadio avanzato avrà percepito un primo momento di “sollievo”, sentendosi simili agli altri e poi avrà rivisto aumentare le pressioni nei suoi confronti con la ripresa della vita sociale.

Come arginare il fenomeno – Secondo una scuola di pensiero uno dei modi più incisivi per cercare di arginare il fenomeno ormai in rapida ascesa, potrebbe essere educare l’individuo ad una maggiore consapevolezza delle proprie motivazioni e delle proprie libertà; quali la libertà dal condizionamento interno ed esterno, la libertà di cambiare positivamente insieme e la libertà di donare e donarsi. Un processo che richiede necessariamente pazienza e gradualità al fine di elaborare e mettere in pratica proposte concrete e momenti di verifica e che richiede una buona dose di preparazione in primis dei genitori.

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