venerdì, Aprile 19, 2024
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Il 21 marzo e l’antimafia nelle piazze

Ogni anno, dal 1996, il 21 marzo si celebra in Italia la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” organizzata dall’Associazione Libera. La città scelta quest’anno è stata Milano: 70mila persone hanno sfilato tra le strade, confluendo poi in Piazza Duomo dove sul palco si sono alternate le varie personalità, tra cui il Presidente Don Ciotti, e si è letta la lunghissima lista delle oltre 1069 vittime [accertate] di mafia. Oltre 500 i familiari delle vittime presenti.

Il Presidente della Repubblica ha scelto di presenziare a Casal di Principe, in provincia di Caserta, paese divenuto famoso negli anni per la presenza del clan dei Casalesi e per il terribile danno ambientale da loro (e da altri) provocato con il sotterramento illegale dei rifiuti tossici, specialmente nella cosiddetta “Terra dei fuochi” (Acerra-Nola-Marigliano), causando un danno ambientale incalcolabile e una sfilza di tumori agli abitanti di quelle zone.

Mattarella ha inoltre fatto visita al cimitero del paese recandosi sulla tomba di Don Peppe Diana, prete ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994.  Ha detto: «[Don Diana] aveva capito che la mafia è anche conseguenza dell’ignoranza, del sottosviluppo, della carenza di prospettive; e che quindi la repressione, indispensabile, non è sufficiente. E che la mafia si sconfigge definitivamente sviluppando modelli fondati sulla legalità, sulla trasparenza, sulla cultura, sull’efficienza della macchina pubblica».

Il 21 marzo è una data simbolo che vede una grande partecipazione in tutto il Paese. In tante piazze, in quasi ogni scuola del territorio si organizzano dei progetti, degli eventi e delle manifestazioni mirate a sensibilizzare, specialmente gli studenti e i più giovani, al tema delle mafie. E lo si fa in modo trasversale, tenendo presente quanto le organizzazioni criminali siano influenti nel tessuto sociale, come siano cambiate negli anni e del danno che hanno (e continuano) a provocare alla nostra economia.

La cosa più bella di questa giornata è l’unità, il “noi”. È come se tutti si fermassero a riflettere, è come se tutti scegliessero da che parte stare, è come se tutti decidessero di gridare il proprio no, di essere in disaccordo con la mentalità mafiosa. Ed è stupendo che ciascuno, ovunque, possa ricordare chi non c’è più, chi ha lottato per un mondo diverso, per consegnarci una società più giusta, per un’ideale di legalità. La speranza è che questa giornata sia ogni giorno, sempre, che la guardia resti sempre alta, che si continui a parlarne, affinché ciò che è accaduto non si ripeta, affinché le nuove generazioni siano sempre più consapevoli di quelli che sono i comportamenti giusti e quelli sbagliati così da poter formulare un’ipotesi diversa, osare il cambiamento.

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