giovedì, Aprile 25, 2024
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Il Napoli è l’esempio: si deve cambiare la norma sugli extracomunitari

Kim, Kvaratskhelia e Osimhen sono i più chiari esempi di come in Italia si dovrebbe cambiare la normativa sugli extracomunitari che potrebbe portare frutti all’Italia

Il rendimento di Kim Min Jae, Victor Osimhen e Khvicha Kvaratkshelia è sotto gli occhi di tutti. I tre calciatori stanno vivendo una stagione da sogno con il Napoli e sono, sopratutto, tra i migliori attualmente nella rosa dei partenopei.

I tre giocatori azzurri sono accomunati da una particolarità: sono tutti extracomunitari. Giocatori fortissimi, indubbiamente, e che stanno catalizzando l’attenzione dell’Italia e dell’Europa. In Italia, però, ancora vige la normativa per cui debba esserci un limite ai calciatori extracomunitari tesserati dalle società.

Come si può agire?

Indubbiamente, una rimozione della norma o un aumento dei calciatori stranieri tesserabili. Il farlo potrebbe consentire, almeno si spera, un aiuto al movimento italiano. La Serie A potrebbe beneficiare di altri potenziali campioni in più, che sarebbe d’aiuto sia a livello economico che potenzialmente per i nostri giovani.

Ad incorniciare la questione è stato TMW, che ha scritto:

“Anche perché basta guardare il Napoli per capirlo. Per capire che in questo momento aprire le frontiere, cambiare la legge sugli extracomunitari, andrebbe ad accrescere tutto il movimento. Victor Osimhen è nigeriano, extracomunitario. Kvicha Kvaratskhelia è georgiano, extracomunitario. Kim Min-Jae è sudcoreano, extracomunitario. Quanti, degli scout capaci come quelli azzurri, per esempio, col team guidato da Maurizio Micheli, ne avrebbero potuti prendere, allargando un po’ le maglie di un mercato che è causa del suo male?

E’ questa la stortura del nostro movimento, di una norma che deve finire presto sui tavoli dei Consigli Federali. Perché le società lo pensano all’unisono ma è una battaglia che fatica a esser portata inspiegabilmente avanti. Perché questi giocatori, e l’esempio del Napoli è realmente sotto gli occhi di tutti, non fa altro che accrescere il nostro movimento e in un’ottica prospettica, a lungo termine, non può che portare benefici a tutti. Anche a quei ragazzi italiani che per adesso dovrebbero giocare ma che invece, a conti fatti, non lo fanno comunque. Perché in fondo i club potrebbero schierare undici olandesi e avere in panchina altrettanti francesi. Ma vallo a spiegare a chi chiude le porte agli extracomunitari”.

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