venerdì, Aprile 19, 2024
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Il primo idolo del Napoli: Il “Levriero” del goal che “poteva” investire i passanti

Qualsiasi tifoso del Napoli e non conosce chi è stato Diego Armando Maradona e cosa ha rappresentato per l'intera città campana. Se invece parlassimo della prima vera "star" del club azzurro, quanti di voi lo conoscevano?

Quando si parla del Napoli, non si può non pensare alla figura di Diego Armando Maradona. L’argentino è diventato una leggenda, quasi divina per la gente della città capoluogo della Campania. “El pibe de oro” nonostante la grande importanza che ha ancora tutt’ora, è stato comunque preceduto da calciatori molto importanti. In particolare, il primo idolo e fuoriclasse del club partenopeo, era anche lui originario del Sud America, precisamente paraguayano, ma infine naturalizzato italiano: il suo nome era Attila Sallustro, l’eroe del calcio napoletano degli anni 20′-30′.

Sallustro nacque nel 1908 ad Asunsiòn, per poi trasferirsi nella città campana con la sua famiglia nel 1920. La sua bravura da centravanti fu notata subito dagli osservatori dell’allora Internazionale Napoli. Nella stagione del 1925-1926, a soli 17 anni, il giovane italo-paraguayano divenne titolare del club azzurra, realizzando 13 reti in 10 presenze, portando l’Inter Napoli in finale di Lega Sud, persa poi contro l’Alba Roma.

A partire da quell’anno, il giovane attaccante bruciò velocemente le tappe, mostrando a tutti quelle che erano le sue qualità che fecero innamorare i tifosi napoletani: era dotato di una classe limpida innata, il tocco vellutato tipico di un sudamericano e infine uno scatto ed una elevazione straordinaria. Per la velocità delle sue giocate fu soprannominato appunto il “Veltro” (cane da caccia rapido e scattante). Nonostante le importanti caratteristiche dell’oriundo e gli ottimi numeri in termini realizzativi, le stagioni del Napoli (dal 1926 al 1929) si rivelarono fallimentari. Questo era dovuto per una rosa non all’altezza degli standard dell’epoca.

La situazione cambiò tra il 1929-1930, con i nuovi rinforzi per il reparto offensivo provenienti rispettivamente dalla Juventus e dalla Fiumana: Antonio Vojak e Marcello Mihalich. Da lì in poi nacque una vera e propria macchina da goal, capace di piazzarsi in quell’anno quinta in campionato. In quella competizione il Napoli riuscirà a togliersi anche qualche soddisfazione, battendo per 3-1 con una doppietta proprio di Sallustro, l’Ambrosiana, vincitrice del campionato di quell’anno.

In 11 stagioni con il Napoli, il bomber oriundo riuscirà ad acquisire un’importanza e una fama nei confronti del popolo napoletano, che sarà seconda solo alla figura di Maradona. Il talentuoso attaccante originario di Asunciòn, volle giocare per quasi tutta la carriera senza percepire una lira. Infatti fu il padre Gaetano ad imporgli ciò perché reputava inaccettabile guadagnare dei soldi per giocare a calcio. Per questo motivo, al posto di uno stipendio, Sallustro veniva rimunerato con dei regali. Esemplare fu l’episodio di quando gli fu donata una Fiat Balilla 521, dopo una vittoria per 5-0 contro il Modena. Con questa auto, risultò più volte spericolato al volante , tanto è vero che con la stessa investì un passante. Quest’ultimo, essendo un tifoso del Napoli riconobbe che era l’attaccante alla guida dell’autovettura ed esclamò: “Scusate tanto, è colpa mia. Voi potete fare tutto quello che volete”.

Sallustro metterà a segno un totale di 108 goal con la maglia partenopea, risultando ad oggi il quinto miglior marcatore della storia del Napoli. Infine, grazie alle sue prestazioni, raggiungerà la nazionale italiana (in tutto accumulerà solo due presenze), risultando il primo calciatore del club partenopeo a riuscirci.

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