venerdì, Aprile 19, 2024
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Il racconto del nostro tempo: Tommy Grieco

Settemila chilometri e sei ore di fuso orario separano Tommy Grieco, giovane artista campano, dalla sua città natale. Conosciutolo qualche anno fa, da allora non ha mai smesso di stupirmi con la sua voglia di lavorare e crescere come artista, per la sua ferrea volontà che l’ha portato ad intraprendere diversi viaggi in America, dove attualmente sta lavorando come multimedia artist.

Spesso, parlando con chi spera di sfondare nel mondo artistico, storciamo il naso e pensiamo che chi abbiamo di fronte non vi riuscirà mai: troviamo per questi mille scuse, mille motivi per cui potrebbe fallire e per deriderlo. Ancora più spesso ci rifugiamo nel sogno di carriere e posti di lavori rassicuranti, nel miraggio del posto fisso e di percorsi di studi volti a raggiungerlo, soffocando le nostre propensioni ed è per questo che, quando incontriamo qualcuno che invece vuole e crede di farcela, speriamo, inconsciamente o meno, che presto o tardi si ricreda.

Partito da una città casertana, da una famiglia come un’altra, Tommy non si è arreso ed ora che può dirsi più che avviato lungo la strada che ha voluto da sempre intraprendere, ai sognatori autodisillusi non resta che ammirarlo e a me di intervistarlo.

Sei cresciuto ad Aversa e hai studiato ad Avellino: quanto le esperienze lì raccolte e questi due luoghi hanno influenzato la tua arte? C’è qualche episodio in particolare di cui vuoi parlarmi?

Entrambi i luoghi hanno avuto decisamente un’influenza molto rilevante.

Il conservatorio era un luogo immerso nel verde e isolato dal resto del mondo ed è lì che ho avuto modo di imparare l’ascolto musicale e l’apertura mentale che mi sono occorse per cominciare un percorso artistico ed espressivo.

Aversa è la città in cui vivo, in cui ho i miei amici e la mia famiglia. È come se non cambiasse mai: rimane imperitura nella mia mente, ma è una città difficile. Vi sono molte piccole realtà artistiche, che, però, sentono sempre il bisogno di giustificare il loro lavoro, la loro ricerca.

In entrambe le città ho imparato l’importanza del duro lavoro ed in particolare a seguito dell’esperienza di “Web Radio Aversa”, progetto per il quale fui invitato qualche anno fa a ricoprire il ruolo di direttore artistico. Lavoravo giorno e notte, letteralmente. Facevo orari assurdi e mi volevo personalmente assicurare che ogni programma e progetto fosse funzionale alla crescita della radio. In quell’anno abbiamo fatto il boom di ascolti, per poi essere acquistati da un network molto più grande: il mio impegno – e non solo – è stato ripagato.

Quando hai deciso di intraprendere la carriera artistica? – ammesso che si possa parlare di una vera e propria decisione.

Il giorno e l’ora precisa non la ricordo con esattezza, mi dispiace… Scherzo. Forse l’ho sempre voluto. Dopotutto l’arte è un punto di vista sul mondo, un modo di esprimersi ed un linguaggio che ho sempre ricercati come espressione personale ed è ciò che mi ha maggiormente influenzato, una parola che porta con sé grandi responsabilità: ed infatti l’idea di un artista, una sua opera o la differente prospettiva che offre può certamente ispirarci. L’arte è una mia costante, ma non non me la sento di dire che ho già intrapreso una carriera artistica e se qualcuno dice il contrario – beh! – ben venga!…

Cosa cerchi di esprimere attraverso i tuoi video e la tua musica? Riesci sempre a tirar fuori tutto ciò che immagini o pensi e vorresti trasmettere?

È molto complesso spiegare quello che accade nel processo di creazione.

Con la musica cerco di trovare un linguaggio intimo, mistico, quasi viscerale, che parta da dentro; con i video sono molto più concettuale, lavoro per simbolismi, colori e dilatazioni di tempo e realtà. Ogni volta che comincio un progetto non lo termino fino a che non mi sento totalmente svuotato. Cerco di trasmettere un dato segno comunicativo per cercare di unire e provocare un’emozione con strumenti contemporanei; in fondo noi dobbiamo raccontare il nostro tempo.

Quali sono i tuoi obiettivi presenti e futuri?

Da tre anni, insieme al mio amico e socio Ferdinando Graziano, ho messo su un progetto creativo: “Laboravideo”. Insieme abbiamo avviato diverse collaborazioni artistiche e professionali in realtà differenti. In questo momento sono a New York per dei progetti con un importante artista e due di questi progetti saranno mostrati in diverse occasioni sia in America sia in altre parti del mondo. Gli obiettivi futuri aumentano man mano che procedo e molti di essi prevedono delle sessioni in studio e collaborazioni teatrali.

Vuoi dare qualche consiglio a chi si approccia per la prima volta alle tue creazioni?

Non c’è un consiglio specifico.

Fatevi prendere dalle emozioni del momento, se qualcosa tocca le vostre corde allora avrò fatto un buon lavoro.

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