sabato, Aprile 20, 2024
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Il tradimento tormentato, la storia di Lesbia e Catullo

La dolcezza che si mischia all’aspro, la raffinatezza dei versi e delle parole scelta accuratamente che si mischia all’animo triste, l’amore che si mischia all’odio. Questo è quello che si legge, e non di certo tra le righe, all’interno degli strepitosi e intramontabili componimenti del poeta latino Catullo dedicati alla sua donna, alla sua amata: Lesbia.

Forte è l’anticlimax che si rintraccia, Catullo parte dalla vivacità per terminare con profondo odio e sconcerto perché stanco dei continui tradimenti della sua amata. Per uno sguardo più intimo è bene leggere Subito News.

Tra i più famosi versi ricordiamo “odi et amo”, un accostamento che ha incuriosito tutti, dai più grandi ai più piccoli. Come è possibile provare contemporaneamente sia l’odio sia l’amore? Per quanto difficile da concepire, in realtà è una sensazione che proviamo o abbiamo provato, anche inconsapevolmente, un po’ tutti nella vita. L’odio, in questo caso, nasce dalla sofferenza, dall’infedeltà, dal non rispetto del sentimento che si provava o che, per meglio dire, Catullo provava quasi incondizionatamente.

Catullo, il poeta passionale

Catullo è noto alla storia della letteratura per i suoi versi fortemente passionali. La passione si rintraccia sia nei termini utilizzati, nettamente evocativi, sia per i temi trattati e le figure che ricreava. La sua passione e la sua pulsione hanno interessato Clodia, ma che il poeta novus chiamava con lo pseudonimo di Lesbia.

La gentildonna era bellissima, estremamente colta ma altrettanto disinvolta e spavalda, non aveva nulla a che fare con la tradizionale pudicizia imposta dal mos maiorum; infatti, nonostante fosse moglie quindi sposata, intratteneva senza alcun timore una relazione clandestina con Catullo, fatta sia di amore ma anche di fisicità.

Pare che la loro storia sia durata all’incirca cinque anni, dopo i primi momenti fatti di nascondigli e sotterfugi, stesso modus operandi che adottano i giovani d’oggi all’inizio di una conoscenza: tutto sembra essere incantato perché dedito alla scoperta. In seguito, la storia tra i due diventa un susseguirsi di litigi, screzi e dispetti nei quali è proprio Lesbia ad assumere una posizione dominante; Catullo, invece, resta un semplice poeta che per contrastare il turbinio interiore utilizza un’arma letale: la poesia.

Lesbia, la donna dominatrice

Lesbia, dal carattere virile e dalla personalità tutt’altro che in linea con la virtù femminile di quei tempi, riesce a soggiogare l’uomo ammaliato dalla sua bellezza e dal suo fascino. Catullo cede all’amore che egli prova per la donna ma cede, di conseguenza, anche all’odio.

La gentildonna si dedicava anche ad altri uomini, tradiva fisicamente, e questo Catullo non lo accettava affatto ma non riusciva a rinunciarle, ad allontanarla. Si difendeva con la parola, con versi sprezzanti, rabbiosi, offensivi e addirittura osceni.

Lesbia e Catullo potrebbero essere l’emblema del tradimento tormentato. Ad oggi, tanti potrebbero non accettare questo “trattamento” da parte del partner ma restano silenti a subire, aspettando “il momento giusto” per allontanare il dolore (ovvero il traditore) e mettere al primo posto se stessi.

È un atto difficile perché vuol dire lasciare andare quella persona, non averla più nella propria vita e questo spaventa. Quindi, si preferisce restare nella condizione di amare smisuratamente l’altro ma, al tempo stesso, di odiarlo perché sta facendo male e sta provocando dolore. Un po’ tutti, quindi, siamo metàodi” e metàamo”.

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