sabato, Aprile 20, 2024
HomeAttualitàIl virologo, professionista di tendenza. Tra scienza e visibilità mediatica

Il virologo, professionista di tendenza. Tra scienza e visibilità mediatica

Numerose sono state le conseguenze, negative e positive, che la pandemia da Coronavirus ha generato nell’arco di un solo anno. Eppure nessuno si sarebbe aspettato che una di queste sarebbe stata quella di creare una nuova figura di tendenza, a metà strada tra la scienza ed il gossip, il virologo. A condurre l’analisi delle figure di virologi che riscuotono più consenso popolare è Reputation science, società italiana che gestisce in modo scientifico la reputazione di aziende, manager e istituzioni; e da oggi anche di studiosi di virus.

I criteri applicati – È necessario fare, però, una distinzione, non sempre così chiara, tra virologo ed epidemiologo: il primo studia il virus mentre il secondo analizza la sua diffusione ed i modi per frenarla. La classifica stilata da Reputation science analizza tutti i contenuti in rete relativi ai virologi, dalle ospitate nei talk show alle interviste delle testate giornalistiche, dai follower agli haters che li citano, nel bene e nel male. Ma vediamo chi sono i virologi “preferiti” in base all’indice di allerta ed al grado di coerenza posseduto.

I migliori ed i “peggiori” – Il medico Roberto Burioni, professore di Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, si classifica grazie ad i suoi 254mila follower su Twitter in pole position. È uno dei virologi più attivi sul social, risponde caustico agli haters, lancia provocazioni, “smaschera” le fake news, interagisce ripostando i tweet di noti giornalisti. Segue Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova. Popolare su Facebook, con i suoi discreti 60mila follower, mette al centro dei suoi post il professionista e l’uomo, tra selfie in corsia alla fine della giornata di lavoro al festeggiamento “virutale” del compleanno con il suo personale ed i suoi sostenitori che costantemente lo ringraziano per la tranquillità in grado di infondere. Ilaria Capua, docente alla University of Florida e direttrice della UF One Health Center, è tra gli ultimi posti, in buona compagnia con Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova. Il perché è presto detto: dicono quello che nessuno vuole sentirsi dire. Invitano alla responsabilizzazione individuale, evitano allarmismi ma anche eccessi di ottimismo non scientificamente comprovato.

L’eccesso di informazioni ed i suoi pericoli – Ciò che accomuna tutti i virologi, tuttavia, è l’effetto non sempre positivo che genere l’eccesso di informazioni e di opinioni, spesso anche nettamente in contrasto, a cui sottopongono il “loro” pubblico. Nel tentativo di informare consapevolmente, spesso ottengono il risultato opposto; seminano, cioè, non perfetta conoscenza, anzi approssimazione, nell’informazione. A complicare lo scenario c’è poi il fattore tempo, televisivo o social. Si vorrebbe, infatti, concentrare in pochi minuti e con poche battute la conoscenza generale di quanto è successo e sta ancora accadendo. A riprova che la popolarità non può tutto.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE...

ULTIMISSIME