venerdì, Marzo 29, 2024
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Impunite le tragicomiche ruberie del consiglio regionale piemontese: 15 assolti su 25

È un paese malato l’Italia, un paese in cui le larghe intese, la gestione trasversale da parte di tutte le forze politiche di un qualcosa, si verifica soltanto nell’ambito dell’illegalità. 24 membri del consiglio regionale del Piemonte di ogni colore politico e la figlia di uno di loro, sono stati messi sotto processo dalla procura torinese, che chiedeva per loro in totale 66 anni di carcere, accusa: peculato. La condanna ha colpito solo 10 dei 25, in maniera differenziata. La condanna più pesante arriva per Michele Giovine, esponente dei “pensionati per Cota”, appropriatosi di 14 mila euro di fondi pubblici, per lui 3 anni e 10 mesi di reclusione e  Andrea Stara, PD, 3 anni e 4 mesi per l’appropriazione di rimborsi per 29 mila euro. Ricordate le famose mutande verdi, il giogo da bue e i massaggi da tremila euro? Si, stiamo parlando del modo in cui la lega ha fatto riemergere il suo aspetto più ruspante e meno istituzionale durante questa inchiesta, eppure il governatore Cota e gli altri 14 leghisti, tutti assolti, perché il fatto (l’aver acquistato mutande verdi con i soldi pubblici), non sussiste. Il governatore con grande soddisfazione, appresa la sentenza, ha manifestato la propria fiducia
nei confronti della giustizia italiana e si è rivolto a Renzi, che nell’ultima visita piemontese aveva ricordato lo spiacevole e tragicomico sperperare, con un superiore “ha perso un’occasione per stare zitto”. C’è un aspetto positivo nella vicenda, un buon numero di consiglieri, anche quelli prima indagati e poi assolti, grazie all’intervento dalle Corte dei conti, ha restituito alle casse statali circa 764mila euro totali.