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Inter, La Repubblica: “Suning e i guai finanziari…”

6 giugno 2016, l’Inter viene acquisita dal colosso cinese Suning per il 68,55%. L’indonesiano Thohir, che resta presidente, rimane con il 31,05%; il resto (0,40%) è in mano ai piccoli azionisti. Dopo 21 anni esce di scena Massimo Moratti.

Con l’arrivo della nuova proprietà, per l’Inter sembra l’inizio di un nuovo periodo ambizioso. Gli investimenti fatti sono tanti e costosi, seppur all’inizio non sono funzionali alla squadra. Il progetto raggiunge l’apice con la stagione 2020-2021, dove la squadra guidata da Conte vince lo scudetto dopo circa 10 anni dall’ultima volta.

Questo grande traguardo però coincide con l’inizio del tracollo di Suning: quattro giorni più tardi dalla vittoria del Campionato, il presidente annuncia alla dirigenza un ridimensionamento dei costi e uno stop agli investimenti. Conte se ne va e al suo posto arriva Inzaghi. In questi quattro anni e mezzo, il rosso a bilancio del club nerazzurro è aumentato da 40 milioni di euro a 97 milioni di euro (102 milioni di euro al netto delle tasse), influenzato ovviamente in modo significativo dal COVID, visto i ricavi sono diminuiti di 68 milioni di euro (18%) da 370 milioni di euro a 302 milioni di euro nell’ultimo anno.

Tutto ciò ha provocato cessioni importanti ( Hakimi, Lukaku, ), continui limitazioni del mercato, difficoltà con i rinnovi (Skriniar, Perisic, De Vrij) e lo scontento dei tifosi interisti. La situazione continua a non migliorare, visto che in questo calciomercato invernale non è arrivato nessuno, anzi, si continua a parlare di cessioni come quella di Dumfries.

Di tale situazione ne ha parlato l’edizione odierna della Republica, che descritto così l’attuale disastrosa situazione finanziaria dell’Inter: “I guai finanziari sono da tempo una costante per l’Inter. L’elenco è sinistro e porta a una stima inquietante: più o meno mezzo miliardo di euro da recuperare in 5 anni, per evitare il fallimento. La voce del rifinanziamento del debito, che già sfiora nel complesso gli 800 milioni, è la più pesante. Né aiuta il declassamento del vecchio bond da 415 milioni emesso un anno fa: colpa del pasticcio DigitalBits, lo sponsor insolvente. Suning non investe più da tempo, ma di acquirenti, partendo dalla valutazione base di un miliardo non se ne vedono. Quanto al presidente Steven Zhang, fronteggia una causa intentata dai suoi creditori, tutte banche della Cina, per un debito di 250 milioni”.

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