sabato, Settembre 7, 2024
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Intervista a Bela Metolli: Da “I Consigli delle mamme” al Consiglio Regionale

Bela, l’ultima volta che ci siamo visti, ti abbiamo lasciata che lavoravi in sanità, mentre ora sei addetto segretaria presso la regione Friuli-Venezia Giulia. Ci puoi dire per quale partito?

Facile da individuare: essendo definita “Sorella dei Balcani”, puoi ben capire che si tratta di Fratelli d’Italia.

Sei contenta della scelta di lavoro?

Eccoti, subito con una domanda difficile… È come quando chiedi ad uno: “Come si rinchiude un elefante in un frigorifero?”

A proposito, come si rinchiude un elefante in un frigorifero?

E rieccoci (ride ndr) sai, mentre mi facevi la domanda io l’ho ascoltata con la voce del consigliere regionale per cui lavoro, Markus Maurmair, che spesso mi dice: “Ti dai la zappata da sola sui piedi” e devo dargli ragione… Markus, hai ragione. La risposta? Dipende da quanto è grande il frigorifero!

Sì, sono contenta delle scelta che ho fatto, il cambiamento non è mai facile, ma l’importante essere sicuri e consapevoli di ciò che si fa.

Ti definiscono blogger e donna in carriera, ho letto in un’intervista che ti hanno anche definita la madre di un milione di bambini, so che dai aiuto a tantissime donne in difficolta è vero ?

Magari, avrei aumentato la natalità e avrei risolto un po’ di problemi. ”Ni”. Nella sostanza sì, è un tema che mi sta molto a cuore e a cui dedico parte del mio tempo libero. Tramite il blog “I consigli delle mamme “, seguito ormai da quasi un milione di follower (ecco perché la definizione di madre di un milione di bambini), aiuto le donne che chiedono un sostegno non solo psicologico, ma anche lavorativo e soprattutto chi subisce violenza domestica. Inoltro, poi, le richieste alle associazioni di volontariato che agiscono in tal senso. Faccio, però, un passo ulteriore, perché a livello semantico concordo con chi sostiene che la parola stessa, “blogger”, metta le donne in una posizione quasi passiva. Alle donne non devono essere “conferiti” nuovi titoli o poteri: dobbiamo piuttosto darci il permesso di esercitare quelli che già abbiamo e lavorare insieme perché le opportunità per farlo, in ogni ambito, siano più eque.

Come e quando hai iniziato a fare politica?

La parola politica spesso crea distacco perché a volte la percepiamo come qualcosa di lontano, che non ci riguarda. Lo testimoniano i dati: i giovani in Italia amano sempre meno la politica. Ma la politica siamo noi. Il nostro voto e le nostre scelte condizionano il nostro futuro e quello del nostro Paese. Per questo è importante, anzi fondamentale, conoscere la posizione dei vari schieramenti politici sui temi che ci stanno più a cuore.

Ti dico come è iniziato tutto: vado a memoria avevo 7 o 8 anni quando mio nonno materno mi diceva che io ero soltanto una bambina. Ero sveglia, con due occhi bellissimi e con un carattere difficile, tanto difficile che ero ribelle, indisciplinata e permalosa, curiosa, ingenua, orgogliosa, egocentrica e soprattutto anti-sistema e questo faceva di me una bambina cresciuta in fretta.

Crescendo il mio carattere non è cambiato, anzi è diventato un carattere meravigliosamente difficile, ma ho mantenuto un po’ di quella ingenuità e quella curiosità che mi ha portato dove sono. Insomma detta tra noi ho tantissimi difetti, ma anche molti pregi e lo dico per soddisfare la vostra curiosità e non il mio ego. (Sorride)

Bela, una cosa che ti rende felice?

Svegliarmi la mattina e avere manine che ti toccano, piedini che ti spingono e una vocina che ti dice: “Ciao mamma.”

La prima cosa che fai al mattino?

Apro gli occhi, come vuoi che mi svegli? (ride ndr) Una doccia calda, penso all’amore che mi circonda e all’amore che nonostante il poco tempo riesco a dare a chi mi sta vicina. Questo pensiero mi fa stare bene.

L’ultima cosa che fai la sera?

Ripenso all’amore, perché l’amore se usato bene, basta per salvare il mondo.

Che mondo vorresti per i tuoi figli?

Ti rispondo come i miei figli, Nicholas, di 15 anni, e Isabella, di 11 anni, rispondono a me.

“Il mondo che vorrei è molto diverso rispetto al mondo reale. Vorrei che i muratori costruissero meno case e che ci fosse più natura, più verde! Vorrei che gli uomini non facessero neanche una guerra, e che ogni persona possa vivere felice. Vorrei un mondo libero!”

L’ultima è una domanda aperta: dai consigli alla politica, alle donne, ai giovani per riuscire a ritagliarsi il proprio posto nel mondo del lavoro.

Partirei dall’esortazione greca iscritta nel tempio di Apollo a Delfi: “Conosci te stesso”. Quali sono i valori e i talenti che vuoi mettere a servizio del tuo lavoro e degli altri? Qual è la scelta professionale che più ti avvicina alla vita che vuoi vivere e all’impatto che vuoi avere? Da lì, impegnarsi in un percorso di formazione continua, cercare riferimenti e occasioni di confronto con altre persone, mentori e colleghi, senza rimanere isolati nella propria bolla. E, non appena possibile, restituire l’aiuto che si è ricevuto nella propria scalata a chi sta iniziando ora la propria. E se non lo si è ricevuto, dare avvio nel proprio piccolo a un comportamento virtuoso.

 

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