giovedì, Marzo 28, 2024
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Ischia, un nodo ancora irrisolto

«Ischia, paraviso ‘e giuventù, Ischia, chistu mare è sempre blu», scriveva Totò nella canzone Ischia mia, interpretata da Giacomo Rondinella negli anni Cinquanta. L’isola napoletana, nel corso degli anni, ha incantato il mondo intero, e tanti artisti ne hanno parlato, da Neruda a Pasolini. Risulta perciò difficile associare una delle mete turistiche più ambite della Penisola ad un evento le cui parole chiave sono: frane, fango e morte.

Eppure lo scorso sabato 26 novembre un alluvione si è abbattuto sull’isola, in particolare nel comune di Casamicciola Terme, provocando centinaia di persone sfollate, decine di abitazioni colpite e numerosi dispersi. Molti di loro, in questi giorni, sono stati ritrovati, tutti deceduti. I morti sono attualmente 11.

Il Consiglio dei Ministri, dopo aver dichiarato lo stato d’emergenza, ha disposto un primo stanziamento di due milioni di euro; la Regione Campania si è accodata investendone quattro. Il Consiglio ha inoltre nominato come commissario per l’emergenza a Ischia la dottoressa Simonetta Calcaterra, che vanta un’esperienza trentennale nelle prefetture.

Non è la prima volta che sull’Isola si verificano disastri ambientali di questo tipo. Nel 2006 venne giù la frana di Monte Vezzi che  travolse un’abitazione nella quel persero la vita 4 persone, nel 2009 invece morì annegata una quindicenne a seguito di una frana del monte Epomeo, nel 2015 a morire è un ristoratore nel comune di Barano d’Ischia.

«Il 49% del territorio di Ischia è classificato a pericolosità elevata e molto elevata per frane nei Piani di assetto idrogeologico, oltre 13mila gli abitanti di aree a maggiore pericolosità». [fonte: il Manifesto, 30.11.22] Queste le parole allarmanti del Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, a conferma di quanto raccontato da un costruttore: «Il boom negli anni 80 con le stanze che si sono moltiplicate. Così le pensioncine sono diventate Grand Hotel». [fonte: Repubblica, 28.11.22]

Non sembra esserci via d’uscita, non sembra esserci la volontà di tentare un cambiamento per combattere un abusivismo lungo decenni. Ci si continua a perdere nei vincoli e nei cavilli che ritardano i provvedimenti di un Paese sempre più restio alla demolizione e al rispetto delle norme, sempre meno incline al concetto di prevenzione, dai ponti alle case. Ischia, come tante altre zone d’Italia, resterà per sempre un nodo irrisolto, un luogo popolato, fotografato e amato quando è baciato dal sole e bagnato dalla clemenza dell’acqua, ma temuto durante le intemperie delle fredde stagioni.