Paulo Dybala ha rilasciato una lunga intervista alla Stampa di Torino, nel corso della quale ha esaminato il momento attuale dei bianconeri: “Se si guardassero solo le squadre e non si giocasse il campionato, saremmo più forti dell’anno scorso. Il problema è che lo dobbiamo dimostrare: e non basta che abbiamo tanti giocatori forti, tecnicamente e fisicamente, ma ci vuole determinazione e fatica. Il sesto scudetto farebbe entrare la Juve nella leggenda, però la Champions ha un significato più grande del campionato. Ma come noi, la vogliono Barcellona, Bayern, Real. In Europa possiamo fare male a tutti con giocatori come Mario (Mandzukic), Gonzalo e Pjaca che è fortissimo, ha stupito tutti per capacità di saltare l’uomo e la velocità, un po’ come Cuadrado, e’ fortissimo ed ha un grande fisico”.
Un bilancio dopo il Primo anno di Juve “Sono un po’ più punto di riferimento di questa squadra e sento anche più responsabilità”.
Il momento attuale: “I miei compagni si accorgono quando sono arrabbiato ma sono uno che si tiene le cose dentro, non gioco più lontano dalla porta, gli avversari mi concedono meno tiri, se ne sono accorti e mi giocano più vicino. Higuain ha ragione a volermi più vicino, ma a Zagabria vedevo che vicini a lui non avevo spazio, ho cercato di aprirmi per rientrare il gioco, mettere palle gol. L’anno scorso alzai le braccia per lamentarmi a fine partita mi hanno detto: “Qui non si fa”, forse l’hanno detto anche a lui”.
A casa: “Guardò sempre tanto calcio, dalla serie b ai campionati esteri, così come le mie partite, le registro e me le riguardo perché voglio imparare dai miei errori.”.
Sul Napoli “Si stanno trovando bene ma non hanno cambiato tanto”.
Su Dani Alves: “Ha portato la mentalità, meglio fare un passo in avanti che cinque indietro, del resto abbiamo una difesa che può permettersi l’uno contro uno, se difendi a 70 metri dalla porta hai meno possibilità di prendere gol, lo dice anche Allegri”.
