Continua a tenere banco in casa Juventus la questione Agnelli, il presidente bianconero rischia 30 mesi di inibizione nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra la società e gli ultras legati alla ‘Ndrangheta, relativi al fenomeno del bagarinaggio. Sul caso si è espresso Maurizio Paniz, avvocato ed ex parlamentare, che ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna di Tuttosport, ecco un estratto le sue parole:
“La Procura di Torino, attraverso le indagini, ha dimostrato che il presidente della Juventus non era al corrente di commistioni con delinquenza e non c’è una prova che i collaboratori lo abbiano informato su iniziative del genere. Indagini e intercettazioni parlano chiaro. Per quanto concerne la richiesta, la ritengo emotiva. Lo dico con il massimo rispetto di tutte le parti coinvolte, ma non ci vedo un fondamento giuridico. E mi pare eccellente la posizione dell’avvocato Coppi che punta all’assoluzione piena. Avere l’opportunità di inquisire il presidente della società più titolata d’Italia è anche l’occasione per lanciare un messaggio forte riguardo le commistioni che possono esistere tra club e delinquenza. Mi sembra tutto sommato, utilizzando una terminologia più comune, una richiesta mediatica. La difesa deve fornire le prove della propria estraneità, non il contrario. E anche in questo caso il capo dell’ufficio indagini ha adottato tale metodologia. Ma secondo me, da questo punto di vista, la difesa ha la forza di prove certe, che si trovano, come detto, all’interno proprio delle carte che arrivano dalla Procura di Torino“.
