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La Juventus e la dipendenza dalle altrui decisioni: adesso basta

Nonostante l’ennesima stagione fin qui positiva della Juventus che sta lottando per vincere per il quinto anno consecutivo lo scudetto guidata da Massimiliano Allegri ed è in finale di Coppa Italia per provare a vincerla per due anni consecutivi (ultima doppietta riuscita dall’Inter tra il 2009 e il 2011) qualcosa a livello progettuale sembra comunque scricchiolare e a giugno bisognerà fare i conti e capire cosa non è andato. Stiamo parlando delle situazioni di Álvaro Morata e di Juan Cuadrado, calciatori su cui la Juventus non ha potere decisionale e starà ai loro rispettivi club, il Real Madrid e il Chelsea, decidere cosa fare di loro in estate e a quel punto Agnelli e Marotta non potranno far altro che prendere visione delle altrui decisioni. Analizziamo nel dettaglio le singole situazioni.

LA SPADA DI MORATACLE – Álvaro Morata fu “acquistato” il 19 luglio 2014 al prezzo di 20 milioni di euro firmando uno pseudo contratto quinquennale. Le virgolette e pseudo sono d’obbligo visto che nell’accordo con il Real Madrid era stata inserita la famosa clausola della recompra, che potrà essere attivata a partire dal prossimo calciomercato per una cifra tra i 30 e i 35 milioni di euro. In altre parole l’affare è stato questo da parte del Real Madrid: adesso ci date subito 20 milioni di euro e noi vi diamo Morata; ce lo fate crescere per bene e tra due anni se si è comportato bene torna qui a Madrid e noi vi ridiamo indietro i vostri soldi più una decina di milioni di euro di ringraziamento. Se ha deluso, e va beh, ve lo tenete voi. Quindi se Florentino Pérez esercitasse il diritto di recompra per far tornare alla base lo spagnolo, l’operazione si ridurrà ad un prestito oneroso per due anni con 10-15 milioni di euro a vantaggio della Juventus. Una sorta di retta annua di 7.5 mln pagata da Pérez per far crescere a Vinovo il suo gioiello. Date le sue prestazioni, la recompra, sembra ormai solo una formalità e Morata molto probabilmente tornerà alla base fornendo alla Juve un guadagno minimo, non di certo per colpa sua, anzi.

CUADRADO EPPURE I CONTI NON TORNANO – Meno a lungo termine ma di simili caratteristiche è l’affare che ha portato Juan Cuadrado alla Juventus. Si tratta di un prestito secco senza nessuna cifra per il diritto di riscatto. In altre parole: vai a fare un anno di Erasmus a Torino e poi vediamo se sei cresciuto abbastanza per rimanere con noi, altrimenti se a Torino ti vogliono, faranno la loro offerta. Offerta che dovrà comunque essere alta considerando che per acquistare il colombiano dalla Fiorentina il Chelsea sborsò 33 milioni di euro più il prestito con diritto di riscatto di Mohamed Salah. La patata “bollente” passerà nelle mani di Antonio Conte a giugno, quando prenderà i poteri a Stamford Bridge e dovrà decidere lui cosa fare di Cuadrado. Marotta sicuramente proverà ad alzare il telefono e, memore della vecchia amicizia trionfante bianconera, chiederà uno sconticino o addirittura di poter tenere il giocatore, perché non è detto che Conte non lo voglia con sé a Londra e a quel punto non vorrà neanche ascoltare offerte.

JUVE, NON PUOI DIPENDERE DAGLI ALTRI – Al di là di come finiranno queste due vicende (probabilmente male per i bianconeri), la Juventus dovrà entrare nell’ordine di idee che non può fungere da scuola calcio per i grandi club europei e che, malgrado alcune operazioni possano risultare momentaneamente vantaggiose in quanto permettono di acquisire buoni giocatori e sfruttarli per una o poche stagioni, poi a lungo termine il vantaggio reale non c’è. Bisogna cominciare a muoversi nell’ottica della progettazione a lungo termine, quella di cui la Juventus nel corso della storia è stata maestra ma soprattutto di non dover dipendere dalle decisioni degli altri club. Il prestito con diritto di riscatto è una formula che ormai per ovvie ragioni economiche utilizzano tutti i club in Europa, ma appunto almeno il diritto ci deve essere e la recompra con prezzi fissati due anni prima non può essere concessa a nessuno. Nel calcio di oggi le valutazioni di un singolo giocatore schizzano all’impazzata da un anno all’altro e così si rischia di perdere molti soldi. Pensate ad esempio se il Real Madrid avesse inserito (e il Napoli concesso) la recompra a 65 milioni sull’acquisto di Gonzalo Higuaín (venduto a 40) al Napoli; a questo punto le merengues avrebbero già il bonifico pronto, firmato e timbrato per far ritornare il Pipita al Bernabéu. Le dinamiche di mercato cambiano da un giorno all’altro, ma la progettazione e le idee di una grande società come la Juventus devono essere chiare e non devono permettere a nessun altra società di giocare alle sue spalle.

Walter Molino
Walter Molino
Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale (Spagnolo, Portoghese e Catalano) all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", appassionato di calcio e basket.
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