Khedira: ecco la vera ragione per cui è sempre infortunato

La Juventus è di nuovo alle prese con il problema infortuni. Stasera, nella partita contro il Genoa che potrebbe essere la tredicesima vittoria consecutiva in Serie A (seconda maggior winning streak, dopo quella dell’Inter, 17 nel 2005/2006) infatti, dovrà fare a meno di Chiellini e Khedira. Il tedesco in particolare dovrà stare fermo dalle due alle tre settimane, rischiando di saltare anche le partite contro il Napoli, contro il Bayern Monaco e contro l’Inter. Si tratta del terzo infortunio stagionale per l’ex Real Madrid che soffre di un fastidio all’adduttore della coscia destra, lo stesso problema che l’ha costretto a saltare molte partite quest’anno: in campionato ha accumulato solamente 12 presenze e 939 minuti contro i 1251 di Marchisio e i 1853 di Pogba. I problemi di Khedira non sono però nati da quando si è trasferito a Torino. Già ai tempi del Real Madrid il tedesco soffriva parecchio di problemi muscolari, tanto che in un semestre riuscì addirittura ad infortunarsi quattro volte e tutti i suoi problemi sono stati sempre di natura muscolare e mai traumatica. La fragilità fisica del nativo di Stoccarda non è quindi una novità ed ha rappresentato uno dei motivi per i quali Florentino Pérez ha preferito disfarsi di lui. E i suoi problemi deriverebbero in particolar modo da un cattivo recupero effettuato dopo la doppia rottura dei legamenti del ginocchio destro del novembre 2013: Khedira fu operato alla Clinica Hessingpark di Augsburg dal dottor Ulrich Boenish ed effettuò buona parte della riabilitazione in Germania. Poi il Mondiale in Brasile, vinto dalla nazionale teutonica, dopo il quale Khedira ha continuamente avuto problemi e anche per questi motivi le merengues non hanno ritenuto opportuno rinnovargli il contratto e la Juventus lo ha potuto rilevare a parametro zero. Ora nuovamente tornano i suoi continui problemi. Marotta e gli altri dirigenti si augurano che sia solo una coincidenza, sperando che al Real non siano stati così lungimiranti da prevedere il suo stato “cristallino”.