martedì, Marzo 19, 2024
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La Corea del Nord, secondo “Human Rights Watch”: il Governo più repressivo al Mondo

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Il Governo della Corea del Nord si appresta a rimanere uno dei più repressivi al Mondo. Il leader Kim Jon Un ha mantenuto il suo dominio totalitario nel 2019 con continue brutalità e intimidazioni come affermato da Human Rights Watch nel suo Rapporto mondiale 2020.

Il governo nordcoreano usa ad oggi campi di prigionia, torture, lavoro forzato e minacce di esecuzione e punizioni arbitrarie per mantenere una spaventosa obbedienza e sudditanza tra la popolazione alla quale vengono negati i più basilari diritti umani. Ricordiamo che al popolo nord coreano è limitato viaggiare fuori dal Paese e avere contatti con il mondo esterno.

A otto anni dall’inizio del regno di Kim Jong Un, il terzo leader in sette decenni di governo ereditario iniziato sotto il nonno, Kim Il Sung, la Corea del Nord ha sofferto sotto il dominio totalitario quasi da quando è esistita l’Unione Sovietica.

“Il popolo della Corea del Nord soffre sotto costante sorveglianza e affronta la minaccia quotidiana di prigionia, tortura, abuso sessuale ed esecuzione – ed è così dal 1948”, ha dichiarato John Sifton, direttore per la difesa dell’Asia di Human Rights Watch.

Nel 652 pagine del World Report 2020, la sua 30a edizione, Human Rights Watch esamina le pratiche sui diritti umani in quasi 100 paesi. Nel suo saggio si sofferma sulla grave situazione in Corea che sembra però preoccupare poco le altre Nazioni.

Il governo cerca di impedire ai nordcoreani di andarsene senza permesso bloccando i servizi di telefonia mobile cinese alla frontiera ed evidenziando gli arresti di coloro che comunicano con persone al di fuori del Paese, che cercano di andarsene. Semina terrore pubblicizzando le punizioni delle persone catturate in fuga. Difatti coloro che sono stati catturati mentre cercavano di attraversare il confine, sono stati rimpatriati con la forza dalla Cina, hanno dovuto affrontare interrogatori, torture e imprigionamenti nei campi di lavoro forzato.

Il governo nordcoreano richiede sistematicamente lavoro forzato e non compensato dalla maggior parte della sua popolazione per controllare le coscienze e sostenere la sua economia interna. E’ prassi consolidata che si debbano svolgere lavori non retribuiti, spesso chiamati “ritratti di lealtà”, ad un certo punto della vita. Il governo limita anche tutti i diritti civili e politici fondamentali, come la libertà di religione, espressione e associazione, e discrimina i gruppi a rischio, come le donne, impone la militarizzazione della stragrande maggioranza della popolazione.

L’attenzione internazionale nei confronti dei diritti umani della Corea del Nord è cresciuta dopo un importante rapporto della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite (COI) del 2014 che documentava i crimini diffusi del governo contro l’umanità, ma l’attenzione oggi è diminuita. I recenti vertici tra il leader nordcoreano Kim Jong Un e i presidenti degli Stati Uniti e della Corea del Sud non sono riusciti a portare al maggiore impegno o cooperazione internazionale della Corea del Nord con le Nazioni Unite. Allo stesso tempo, la Corea del Nord ha migliorato le sue relazioni diplomatiche con diversi paesi, tra cui Russia e Vietnam.

Il governo nordcoreano si rifiuta di cooperare con l’ufficio delle Nazioni Unite di Seoul o il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella Corea del Nord.

A marzo e dicembre 2019, rispettivamente, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e l’Assemblea generale hanno adottato senza risoluzioni di voto sottolineando l’avanzamento dei meccanismi di responsabilità per garantire eventuali procedimenti giudiziari nei confronti dei funzionari nordcoreani responsabili di crimini contro l’umanità. A dicembre scorso, otto membri del Consiglio di sicurezza di 15 membri hanno indicato il sostegno per lo svolgimento di un dibattito sulla situazione dei diritti umani della Corea del Nord, come ha fatto il Consiglio in diversi anni precedenti, anche di fronte all’opposizione di Cina e Russia. L’incontro non si è verificato, tuttavia, a causa della mancanza di sostegno da parte del governo degli Stati Uniti.