Le qualifiche non mentivano. I valori in campo sono risultati essere proprio quelli visti durante tutto il weekend australiano con le frecce d’argento alla testa dell’intero plotone.
Le Mercedes mettono a segno una doppietta autoritaria e categorica, ma il primo a passare sotto il traguardo non è stato chi partiva coi favori del pronostico. Vince il finlandese Bottas, che al via riesce a sopravanzare il compagno e a gestire per tutto il grand prix senza troppi affanni. Hamilton , secondo, purtroppo paga un pattinamento del posteriore al via e continua a fare i conti con i fantasmi del passato. Già in due occasioni sempre partendo dalla prima casella dovette fare i conti con una Safety Car e una Virtual Safety Car che poi lo danneggiarono sul traguardo. Abbacchiato, nel post gara, ammetterà:«La partenza è stata frustrante, poi non sono riuscito a recuperare: dobbiamo cercare di migliorare dalla prossima gara».
Male le Ferrari. Vettel (quarto), con una dubbia scelta di pneumatici, perde il terzo gradino del podio rimontato da un Verstappen in stato di grazia. Il giovane pilota Redbull, in piena trance agonistica, riesce anche a mettere Hamilton nel mirino, ma un dritto nel finale gli precluderà ogni possibilità di sorpasso.
L’errore del cavallino è così marchiano che anche il nuovo arrivato Leclerc potrebbe infilare il compagno nel finale. E’ il muretto a dare l’ordine perentorio di rispettare le gerarchie. Chiuderà quinto.
A punti andranno Magnussen (6°), Hulkenberg (7°), Raikkonen (8°), Stroll (9°) e Kvyat (10°). Male l’italiano Giovinazzi che chiude solo 15° e con pochissime certezze da cui ripartire. Tanta sfortuna per l’australiano Ricciardo nel Gran Premio di casa. Il neo pilota Renault esce di scena al trentesimo giro dopo una partenza disastrosa in cui danneggia l’ala anteriore e parte del musetto. Il punto addizionale per il giro veloce se lo aggiudica ancora Bottas con un’ultima tornata al cardiopalma a chiusura di una gara da vero cannibale.