giovedì, Marzo 28, 2024
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“La nuova Rai”: addio canone, più pubblicità

C’è la possibilità di salutare il canone? Un contributo, divenuto più una tassa.

L’enorme cambiamento potrebbe avvenire nel sistema radiotelevisivo Rai, dopo l’approvazione del ddl: verranno aboliti gli articoli 17 e 20 della legge Gasparri. Il primo articolo, nel dettaglio, al comma 2 lettera O prevede «il rispetto dei limiti di affollamento pubblicitario previsti dall’articolo 8, comma 6, della legge 6 agosto 1990, n. 223».  Per facilitare la comprensione si tratterà di una cancellazione del tetto massimo di spot previsti dalla legge Mimmì – che così recita “La trasmissione di messaggi pubblicitari da parte della concessionaria pubblica non può eccedere il 4% dell’orario settimanale di programmazione ed il 12% di ogni ora; un’eventuale eccedenza, comunque non superiore al 2% nel corso di un’ora, deve essere recuperata nell’ora antecedente o successiva“. Con l’abolizione della suddetta legge, avverrà un’apertura alla pubblicità e quindi l’abolizione, del tanto odiato dagli italiani, canone Rai.

La proposta di abbandonare il pagamento del canone nasce dalle stime compiute: si registra un tasso di evasione del 30% a livello nazionale, con picchi di intensità nelle grandi città e nel sud Italia. Dati che hanno allarmato. Una modifica così sostanziale potrebbe, inoltre, stimare maggiori introiti annui: si calcola che solamente Rai1 aumenterebbe per circa 500 milioni di euro l’anno.

Altro fattore non di poco conto, che ha spinto Palazzo Chigi ad intraprendere la via dell’abolizione del canone, sarebbe la volontà di acquisto delle torri di RaiWay da parte del gruppo Ei Towers, controllato da Mediaset. La Consob ha bloccato l’offerta lunedì, quando Ei towers è passata dal 66, 7% al 40%, la prima proposta comportava un’acquisto di una quota superiore al 49%, il limite massimo fissato dal Ministero dell’Economia e dalla Rai per la vendita delle antenne.

L’abolizione del canone Rai è stato il cavallo di battaglia dell’epoca di Silvio Berlusconi, impresa non riuscita al Cavaliere. Ci riprova, oggi, il Premier Matteo Renzi con il suo governo.