La Sicilia perderà le proprie riserve naturali perchè non ci sono abbastanza, così dicono, soldi per mantenerle intatte come sono. Pezzi di paradisi che tutto il mondo invidia al nostro paese sono stati condannati alla rovina e all’inquria. La Regione siciliana ha così deciso e a quanto pare non tornerà sui suoi passi.
La comunicazione ufficiale dell’abbandono di queste 21 aree naturali è arrivata da poco e nella nota del Dipartimento dell’Ambiente si legge: “La somma di 859mila euro stanziata per le spese di impianto e di gestione delle aree in questione, non consente la copertura finanziaria dell’intero esercizio 2016 ma è sufficiente a garantire le relative attività solo fino alla data del 16 Aprile”. Quindi, secondo questa motivazione, in cui si giustifica un tale atto associazioni come WWF, Lipu, Cai, Legambiente, Italia Nostra, Gre, Rangers d’Italia e l’Università di Catania-Cutgana non possono più svolgere il loro lavoro, se non a spese proprie. Infatti, proseguendo nella lettura della nota: “[…] sono invitate a sospendere qualsiasi attività di gestione e di relativa spesa per le suddette aree protette”.

Nello specifico, le 21 riserve naturali sono: Isola di Lampedusa, Macalbue di Aragona, Grotta di Santa Ninfa, Lago Sfondato, Grotta di S.Angelo Muxaro, Grotta di Carburangeli, Grotta dei Puntali, Grotta della Molara, Grotta Conca, Grotta d’Entella, Monte Conca, Capo Rama, Lago Preola e Gorghi Tondi, Saline di Trapani e Paceco, Torre Salsa, Isola delle Femmine, Biviele di Gela, Saline di Priolo, Monte Pellegrino, Complesso Immacolatelle e Micio Conti e Isola Bella. Insomma, un vero e proprio attacco alla natura e anche all’economia nostrana che molto si basa sul turismo.
Inoltre, c’è da aggiungere che attualmente questi luoghi incontaminati, per i quali tutti si stanno mobilitando, sono posti dove regna la pace più assoluta. Luoghi dove si dimenticano i palazzi, il traffico cittadino delle metropoli e ci si ricongiunge con la natura. E proprio per questo, la presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi ha dichiarato: “È un fatto gravissimo e senza precedenti che rischia, improvvisamente, di vanificare il lavoro di salvaguardia e la corretta valorizzazione dei tesori naturalistici siciliani. Si tratta di una decisione incomprensibile e con conseguenze drammatiche non solo per le aree naturali interessate ma anche per i lavoratori che garantiscono la gestione delle riserve. Bisogna fare qualcosa per imperdire questa catastrofe”.
