martedì, Aprile 23, 2024
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Lanciare bombe carta negli stadi: (per alcuni) si può fare

Ricomincia il campionato e ricomincia con le stesse dinamiche e caratteristiche che lo contraddistinguono da sempre: le polemiche. Tutti ricorderanno (almeno si spera) quanto accaduto sul finire del campionato scorso, quando a Torino si disputava il derby della Mole tra Torino e Juventus. Correva il giorno 26 aprile 2015 e dalla curva ospiti, dove erano presenti i tifosi bianconeri, partiva una bomba carta che esplose nella curva opposta, quella occupata dai tifosi granata. Per quell’atto si assistette a commenti penosi tra cui quelli, ridicolo, che sostenevano che la bomba carta fosse stata esplosa dai tifosi stessi del Torino presso la loro curva.

La reazione mediatica a questi fatti fu abbastanza flebile, specie se paragonata ad altri episodi, discutibili e condivisibili o meno, che per molto meno (si veda l’esposizione di striscioni) sono stati sanzionati egualmente. Nel caso di Torino si tratta di un reato, in altri, al massimo, di scelte di cattivo gusto. Eppure la sanzione è stata la stessa.

Ecco allora che a poche settimane dal via della nuova stagione arriva la sentenza della Corte Sportiva d’Appello, dopo numerosi rinvii, atti a permettere ai tifosi bianconeri, di festeggiare i loro successi. “Nel dettaglio, la sanzione del giudice sportivo è stata dimezzata e il settore dovrà rimanere vuoto solo un turno. Tagliata anche l’ammenda per Juve e Toro, che passa da 50mila a 30mila euro.[Fonte: TGCOM 24]

Ma da quella sponda di Torino non sono disposti a rispettare le sentenze e ad ammettere che una parte (fosse anche uno solo) dei propri tifosi, ha commesso un reato grave. Ecco allora pronto l’ennesimo ricorso. Sul sito ufficiale del club bianconero si legge: “La Juventus e i suoi tifosi non devono pagare il prezzo delle lacune ed inefficienze altrui. […]  “Non è chiaro come la società possa essere ritenuta responsabile”. Non è chiaro nemmeno come altre società possano essere state considerate responsabili (e le pene le hanno pagate) per l’esposizione di alcuni striscioni o per alcuni cori, ma tant’è.

Riparte un nuovo campionato senza aver risolto o placato i veleni di quella precedente. Con determinati atteggiamenti e con determinate connivenze della giustizia sportiva verso specifici club, diventa impensabile che la violenza e le tensioni vengano smorzate, quando sono evidentemente alimentate. Probabilmente, ed è triste ammetterlo, alle parti coinvolte conviene così.

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