giovedì, Aprile 25, 2024
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Lascia il lavoro sicuro per viaggiare, intervista esclusiva a Raffaele Giordano

Ha lasciato un lavoro sicuro per viaggiare, per conoscere il mondo, le realtà che, spesso, fatichiamo pure a immaginare. Raffaele Giordano, dalla provincia di Salerno, prova, ogni giorno, a raggiungere la felicità perdendosi nel mondo. Lo abbiamo intervistato in esclusiva.

Hai lasciato un lavoro sicuro per viaggiare. Puoi spiegarci meglio questa scelta?
Ho lasciato un posto fisso, ho venduto cose che ritenevo ormai inutili e ingombranti.
Mi sono liberato da ogni catena e sono partito, quella di esplorare l’unico pianeta che ci ospita è sempre stato il mio sogno.
Ho messo in conto anche il peggio in questo viaggio, con questo non vuol dire che viaggio in modo irresponsabile.
Ma tu pensa che vita noiosa e piena di rimorsi se avessi respinto questo forte desiderio.

Qual è stato l’elemento scatenante che ti ha fatto dire “basta”?
È un discorso temporale, tante scintille una dopo l’altra:
È iniziato tutto quando non ancora maggiorenne ho cominciato a fare l’animatore (prima di lavorare poi per un azienda di ingegneria clinica)
Un viaggio in Europa in autostop, poi il Giappone, poi il cammino di Santiago e altre avventure.
Il punto massimo è stato quando ho viaggiato via terra dalla Tailandia al Vietnam circa 7 anni fa, avevo conosciuto una gheisha che mi accudiva in tutti i sensi, mi teneva in una sfera di cristallo prendendosi cura di tutto.
Non è questa la vita che voglio, ma fù un momento unico per la mia vita e probabilmente è inusuale che accada una cosa del genere, era un contatto reale con una cultura ormai oggi rara da incontrare.
Sono rientrato in Italia per lavoro e prima di salire sull’aereo pensavo: <<Se lo faccio sono uno stupido>>.

Ecco! Quello mi ha fatto capire che dobbiamo essere noi a controllare la nostra (unica) vita.

Hai già pensato a quando finirà questa esperienza?
All’inizio mi ero prefissato 500 giorni con 5000€, ma i risparmi sono brillanti e sinceramente di rientrare non ci penso proprio, anzi, utilizzerò tutti i soldi che mi sono rimasti, fino all’ultimo centesimo.
Non voglio restare sempre in giro, potrei benissimo lavorare in qualche luogo o vivere di volontariato, ma non ora.
Ora voglio visitare le realtà che ancora non conosco
Poi al rientro si vedrà.

Il luogo che ti ha emozionato di più e quello che ti ha deluso
– L’India è stata “l’esplosione” più forte.
Non è la prima volta che mi ritrovo in Asia, ho già visitato il Giappone, il Vietnam la Cambogia e la Thailandia, ora ci sono ritornato per approfondire e vedere le eventuali differenze, i cambiamenti che colpiscono ogni paese.
In più sto viaggiando senza aerei quindi ogni paese che incontro lo vivo attraversandolo.

I miei obiettivi sono la ricerca della VERA felicità, il contatto con le etnie di minoranza, abbattere le paure che mi tormentano e riallinearmi sempre si più con me stesso.
Quindi ti dico India per una questione personale, perché ci ho trascorso 200 giorni dove la maggior parte non avevo acqua calda (a volte nemmeno fredda), ho piantato alberi in una foresta per una comunità davvero singolare, ho vissuto in un furgone abbandonato dopo averlo riparato.
In India dove ho vissuto in una foresta per circa 20 giorni e l’unica cosa che mangiavo era bambù bollito o frutta che trovavo al mattino esplorando la valle, in India ho conseguito il mio primo corso vipassana
– 11 giorni senza parlare, senza poter leggere o scrivere, senza nessun dispositivo elettronico e 10 ore al giorno immobile –
L’India è stata un’avventura che non potrò mai raccontare con poche righe.

Il Nepal perché li c’è stata l’esperienza più forte ed emozionante del viaggio: il trekking più alto del mondo senza l’utilizzo di ossigneo, l’Annapurna con il suo passo da 5416 metri.

Il Myanmar per le sue persone e per le amicizie nate, l’ho attraversata tutta in autostop ed ho avuto la fortuna di conoscere famiglie meravigliose.

In Cambogia ho fatto volontariato in una scuola (capanna senza pareti) e questa è un’altra delle cose che non dimenticherò.

Delusioni forse nessuna.
Le delusioni sono soggettive, dipende da le aspettative che hai, io non mi aspetto niente, anzi, sono totalmente aperto al mondo.

Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere questa esperienza?
-Mi sono sempre ritenuto un pessimo suggeritore o un esempio da non prendere, siamo tutti molto differenti e singolari a modo nostro.
Ma provo gioia sapendo che, per quel che posso, ho la possibilità di aiutare qualcuno che ha già avuto più di una scintilla nel centro dell’anima ed ora è disposto a cambiare vita.
Il consiglio che posso dare e che ripeto a tutti è allo stesso tempo il consiglio più scontato, ma ti garantisco che è quello che mi ha spinto fino a qui e che mi rende sempre così affamato di vita.

“Non credere nel futuro, non fare troppi progetti per il futuro, non rimpiangere il passato e soprattutto viviti al massimo il tuo presente, il futuro è una delle invenzioni più tristi della storia dell’essere umano.
Il futuro è una trappola”

Come trascorri le tue giornate?
Dipende da dove sono e come mi sento – da più di un anno mi sento bene come non mai, finalmente! –
Ma in generale è una normale giornata, cambia quello che c’è intorno, non sono un accanito inseguitore dei monumenti imperdibili o i templi da non farsi scappare.
Visito le attrazioni quando ne ho voglia e se le ritengp interessanti.
Mi piace esplorare ma allo stesso tempo non vivere una vita frenetica, ho corso troppo negli ultimi 15 anni…
Sono sveglio già all’alba se la sera prima non si fa baldoria, se mi trovo in un luogo di montagna allora esco ad ammirare lo spettacolo all’aperto, magari con qualche infuso di erbe del posto, sono una medicina naturale ad ogni male.
In India andavo alla prima cerimonia, quella delle 5e30, prendevo il te e cominciavo a vivermi tutta la giornata senza sprecare più un minuto: al mercato a comprare la frutta – un buon luogo per “spiare” la vita locale – una chiacchiera con il vecchietto del posto che dopo averti visto li per una settimana non ti tratta più come “uno di turno”, sa che resterai li per un periodo lungo, se il luogo non è per niente frequentato dal turismo meglio ancora, basta poco ad aprire le porte della fiducia.
Cucinare o ordinare un pranzo, gustarlo senza fretta e incamminarmi senza meta alla scoperta di qualche angolo nuovo, scrivere nel silenzio di un parco o sulla punta di una montagna.
Pensare a quello che eri e quello che sei diventato, una delle cose che più mi soffermo a fare, sono arrivato al punto di emozionarmi anche per un “semplice” fiore dai mille colori.
Intanto nel mondo si continua a sottovalutare la bellezza e l’importanza della natura…

Se mi trovo in qualche struttura dove sto facendo volontariato allora non c’e sosta, la giornata comincia presto e finisce tardi… ed è divertentissimo.

Anche passare un intera giornata su di un amaca con la chitarra, immerso nella natura e aspettare il tramonto dopo aver visto l’alba, può sembrare una giornata sprecata, non lo è, il contatto con la natura e la completa assenza di distrazioni non fa altro che “riordinare” tutti i tuoi pensieri.
Meditazione, anche questa a modo suo è meditazione.
Abbiamo bisogno di parlare a noi stessi, quale miglior modo se non quello di essere lontano dallo stress dal traffico e da ogni rumore fastidioso.
Abbiamo bisogno di VERO tempo da dedicare a noi stessi.

Ti aspettavi tutto questo seguito?
Per niente! Conoscevo un po’ di persone che condividevano la mia stessa passione quindi si restava su consigli di viaggi per avventure estreme.
Ora spendo anche due giorni di seguito per rispondere a chi mi chiede informazioni su come programmare un viaggio, consigli su cosa portare e vedere in un luogo.

Ricevo messaggi di ogni genere, capita che al mattino leggo la posta e mi trovo un messaggi da persone che non conosco, persone che mi ringraziano perché ho regalato un sorriso o una speranza, persone che leggono alla propria mamma, ormai anziana, i miei racconti e commentandoli, messaggi profondi dove capisco che tutto questo fa sognare viaggiare e dare forza, persone, ma io li chiamo sognatori.
Proprio come me.

Spesso si dice che dopo esperienze del genere, si cambia. Anche a te sta succedendo? Puoi esemplificare?
-Cambia tutto anche se non cambia niente…
Ci vorrebbe un’intera intervista solo per questa risposta.
All’ingresso dell’istituto dove ho fatto il corso vipassana c’era un cartello con scritto “Vogliamo solo migliorare la qualità della tua vita”
In quel cartello c’è la risposta in maniera sintetizzata. Se non ti basta allora al rientro ti farò leggere i miei diari, ne coglierai – spero – ogni sfumatura, riesci a sentirlo e vederlo quel cambiamento, sono sensazioni bellissime e che mai dimenticherò.

Potete trovare Raffaele sia su Facebook che sul suo sito web

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