venerdì, Marzo 29, 2024
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Le ceneri dell’inconscio si ricostruiscono nelle poesie di Zumkeller

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Le poesie di Dario Zumkeller, raccolte nel libro “La calce di Ulkrum” sono dei sogni. È come se l’inconscio ci parlasse in ogni momento della nostra vita e come se il sogno prendesse forma e realtà nella nostra mente. Sono le ceneri del nostro Io, quelle che parlano e che ci raccontano ogni giorno come va il mondo. Sono, in breve, “la calce del mondo”.
Non è un caso se il libro si apre con il rebus, in Insert coin: (“Un rebus alla frontiera mi domanda:/quante incognite hanno gli oggetti/provano loro dei sensi di colpa?”). E se il grande rebus della nostra mente si risolve al termine della lettura, e se il linguaggio è al passo con i tempi in tutto lo scorrere del volume, visto che anche la nostra vita un rebus lo è e gli smile, che l’autore utilizza nel libro, sono utilizzati da ragazzi giovani e meno giovani quotidianamente. Insomma, un volume à-la-page che ci racconta come siamo fatti realmente nella vita di ogni giorno. Un volume che sa dell’essere più profondo, e parole che toccano realmente le corde più lontane del nostro essere. Meravigliosa la vita, quando ci stupisce con la visione di un orsetto che ci indica la via maestra da seguire (“Un orsacchiotto ci indica…”), come all’inizio di questo libro di poesie, uno scrigno da aprire per sentirci raccontare come siamo fatti realmente.
L’autore, ancora giovane, sa toccare le corde profondo del nostro essere e ci lascia passare, in questa estate che sta ormai volgendo al termine, due ore di indimenticabile delicatezza e dolcezza. Da non perdere, per chi ama la vita ovattata, al sapore di borotalco.