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Limone Primofiore: caratteristiche, gusto e proprietà

Il limone Primofiore è un IGP conosciuto anche come limone Femminello. Una delle varietà più rappresentative di tutta l’Italia; la Sicilia deve buona parte della sua notorietà in materia di limoni, proprio a questa tipologia di limoni.

Il limone Primofiore, insieme al Bianchetto e al Verdello, compone il gruppo dei limoni di Siracusa. Una disciplinare vigila su di lui e dispone il divieto assoluto di utilizzare cere e fungicidi prima del confezionamento. Questo lo rende un limone completamente edibile.

Per conoscerlo da vicino, non dimenticare di cliccare al sito www.limonechesimangia.it.

Le origini del limone Primofiore

Questo limone ha avuto origine in Birmania, dove cresce in maniera selvatica. Proprio da qui ha iniziato il suo lungo percorso che l’ha portato fino a Siracusa, dove ha trovato la sua patria.

Ritenuto un frutto nobile, fino al 600 era utilizzato solo per i cibi di lusso. La sua espansione la si deve ai padri Gesuiti che hanno imparato ad averne cura in maniera magistrale.

Sul finire del 1800 la produzione raggiunge dei picchi veramente molto alti e divenne il perno centrale dell’economia Siciliana. Non vide arresto neanche durante il secondo dopoguerra con l’industrializzazione che portava dalle campagne alla città.

Le caratteristiche

Cosa caratterizza Questa tipologia di limone? Sicuramente la grande quantità di succo che da esso si può ottenere semplicemente con la sua spremuta. Oltre a questo gli oli, presenti sulla buccia e che vengono utilizzati in diversi ambiti industriali.

Il limone Primofiore è conosciuto anche come femminello perchè la pianta si rivela estremamente fertile e in grado di fiorire tutto l’anno.

Ogni impianto in cui vengono coltivati i limoni Primofiore non dovrebbero avere una densità maggiore di 400-500 piante. I frutti raggiungono la piena maturazione nei primi giorni di ottobre e in genere le metodologie utilizzate sono di tipo biologico.

Ogni operazione intrapresa sulla pianta deve essere svolta rispettandone lo sviluppo naturale. La raccolta deve avvenire in maniera naturale.

L’Italia ha quasi 17.000 ettari di terra coltivati con alberi di limone. Questa tipologia di Limone ne rappresenta ben il 30%, occupando circa 6.000 ettari.

Capacità di produzione

Al momento il limone Primofiore è destinato per la quasi totalità al mercato italiano con la Grande distribuzione organizzata. In particolare i limoni partono dalla Sicilia per arrivare al nord. I mercati che ne fanno richiesta, anche all’estero sono:

  • Germania;
  • Austria;
  • Francia;
  • Regno Unito;
  • Danimarca;

Essendo una tipologia di limone, la cui coltivazione viene disciplinata dal Consorzio, la commercializzazione è permessa esclusivamente a coloro che del Consorzio sono soci. Un prodotto IGP che è sinonimo di qualità, ma che viene in una qualche misura preservato a favore di produttori e consumatori.

Può essere commercializzato sia sfuso che confezionato.

Curiosità ed impiego

Viene coltivato seguendo delle severe indicazioni che ne garantiscono una coltivazione biologica. Questo si traduce nella possibilità di utilizzare il limone nella sua interezza, sia succo che buccia.

Viene utilizzato nel settore alimentare per la produzione di gelati, caramelle, biscotti, bevande, marmellate, liquori, limoncelli e semi lavorati di vario genere. Ma anche l’azienda cosmetica ne fa largo utilizzo, sfruttando tutte le potenzialità degli oli essenziali che da esso vengono estratti.

Come se non fosse un prodotto già carico di storia e di caratteristiche distintive, attorno al limone Primofiore sono state costruite leggende e folklore.

La città di Siracusa, che ne è la patria, ogni anno il giorno del 13 dicembre, osana la sua patrona Santa Lucia, con una  lunga processione che va da Piazza del Duomo in Ortigia alla Chiesa della Santa al Sepolcro. Il 20 dicembre la processione compie il percorso inverso.

Nel giorno di partenza della processione, i grossi ceri che vengono accesi agli angoli della statua di Santa Lucia sono ricoperti di fiori; il 20, al ritorno il simulacro di argento viene affiancato da ceri che vengono adornati da limoni e arance.

Il popolo dona le sue primizie alla Santa, chiedendole di vegliare su di loro e sul raccolto. La processione è simbolo del percorso dalla campagna alla città; l’area di Piazza Santa Lucia alla borgata rappresentava invece il confine a nord dell’urbanizzazione e all’Isola di Ortigia era riservata la definizione di “città”.

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