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Luigi Concilio de ‘La Battaglia di Andrea’ a ‘La Res Publica’: “Le Istituzioni non fanno niente, di concreto per i disabili si possono fare tante cose”

Giovedì 20 maggio 2021, il nostro direttore responsabile e conduttore de ‘La Res Publica‘ ha intervistato Luigi Concilio, co fondatore de ‘La Battaglia di Andrea’.

Sono state ripercorse le tappe della vicenda che ha visto coinvolto Andrea e, poi, su come le Istituzioni cercano di tutelare le persone con disabilità.

Ecco come è andata:

– Luigi, tu sei il co-fondatore de ‘La Battaglia di Andrea’: ci racconti come è nato tutto ciò? L’associazione La Battaglia di Andrea successivamente poi Osservatorio della disabilità è nato dalla vicenda del bimbo autistico di Afragola in provincia di Napoli. Nel momento in cui hanno stilato la lista dei partecipanti alla recita natalizia, il suo nome non c’era. La mamma se ne accorse da un messaggio WhatsApp, in cui è stata anche violata anche la privacy del bambino disabili in cui era stata informata prima questa pseudo rappresentante di classe. Era stata violata la privacy spiattellando nel gruppo WhatsApp la vicenda e se la mamma avesse voluto partecipare avrebbero fatto partecipare lo ‘storpio’.

– Nel 2019 Andrea (nome di fantasia), bambino autistico, fu escluso dalla recita di Natale da una scuola di Afragola, in provincia di Napoli: ci racconti come è andata e quali sono stati gli sviluppi? “La vicenda si è sviluppata nei tre mesi successiva. La famiglia di Andrea non ci stava e la storia uscì su tutti i giornali. Il papà di Andrea telefonò a scuola e la preside disse che nel momento in cui era una scuola privata loro avrebbero potuto decidere di metterlo fuori dalla sera alla mattina. In quel preciso momento finì il dialogo cordiale. Fortunatamente la madre e il padre del bambino hanno combattuto e la vicenda è uscita su tutti i giornali. Si è arrivati al Ministero dell’Istruzione, le istituzioni scolastiche ci hanno trattato male e siamo stati felicemente sorpresi dal Ministero dell’istruzione, il Ministro Azzolina che ci ha ascoltato e ha fatto valere i diritti di Andrea e di tutti i diritti degli Andrea d’Italia, creando un precedente. Insieme all’ex Sindaco di Afragola Claudio Grillo, poiché Grillo fece un appello sui social ai genitori di Andrea: il Sindaco ha voluto incontrare i genitori di Andrea in privato. La vigilia di Natale il Sindaco portò ai genitori di Andrea una lista di scuole disponibili a prendere Andrea e subito dopo le feste natalizie ha avuto il benvenuto nella sua nuova scuola, la Marconi di Afragola. Tutto questo prima di andare dal Ministro.”

– Quanto hanno inciso il Covid-19 e i vari lockdown su Andrea e sui bambini autistici in generale? “Ha inciso tantissimo. Questo lockdown ha fatto regredire i bambini che erano costretti a stare in casa. Ad Andrea ha inciso ancora di più poiché il primo lockdown c’è stato un mese dopo l’ingresso nella nuova scuola. Il problema non era il permesso per uscire perché se hai un bambino con una crisi c’è il buon senso prima delle regole ma nello stesso c’era la paura di farla uscire quella persona per via del contagio. I bambini come Andrea spesso non riescono a portare la mascherina per molto tempo e a rispettare le distanze. Questi bambini sono praticamente due anni che non frequentano la scuola. Hanno bisogno di una quotidianità che deve essere un po’ diversa per fargli vivere cose nuove ma invece sono due anni che recitano lo stesso copione”.

– Partiamo dalla vicenda di Andrea per fare un discorso più in generale: cosa fa in concreto lo Stato per i bambini disabili? “Niente. Io ho notato in quest’anno e mezzo circa che abbiamo l’osservatorio che le istituzioni fanno poco e niente ma non perché non vogliono farlo. Ad esempio, c’è una legge da rispettare – anche la più semplice, cioè quella di non far parcheggiare nei posti destinati ai disabili -, multi a una persona e trovi un altro cialtrone a fare lo stesso. Se non fai casino, nessuno ti ascolta. Ma un casino giusto, devi urlare. Chi non urla è complice, se tu non urli sei un complice. 

– I bambini, spesso, fra di loro non notano differenze di colore, origine, etnia. Quando incide l’educazione per far crescere una società rispettosa di tutti? Il contesto può incidere? “Il contesto può incidere tantissimo. Un genitore deve insegnare che non esiste nessuna diversità ma solo delle difficoltà. Dove esistono quelle difficoltà, le persone vanno tutelate”.

– Cosa pensi, in concreto, si possa fare per bambini disabili? Di concreto si può fare ciò che si sarebbe dovuto fare da sempre: aiutarli, pagargli le cure, tutelarli, snellire la burocrazia. Oggi per dargli la 104 o dargli un sostegno ce ne vuole e ce ne vuole. Per questo seguiamo le famiglie.”

– Il caso di Andrea ha avuto un eco nazionale. Avete avuto la solidarietà delle Istituzioni, anche con atti concreti? “Si muovono continuamente le cose quando si arriva a farle muovere. I fatti concreti ci sono ma devi essere tu a spronarle. Non so se lo fanno per cattiveria, ma le Istituzioni non si muovono”.

– La Battaglia di Andrea ha un gruppo Facebook dove dai risalto a iniziative benefiche, a sostegno in particolare del diritto allo studio. Raccontaci come i nostri spettatori possono trovare tutte le notizie relative all’associazione. “Su Facebook c’è un gruppo chiuso, chiamato ‘La Battaglia di Andrea’. Abbiamo scelto un gruppo per non fare troppo casino”.

È possibile rivedere la puntata sulla pagina Facebook della trasmissione, quella del nostro giornale e su YouTube.

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