giovedì, Marzo 28, 2024
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Marco Zoppi intervistato su responsabilità medica e strumenti di tutela patrimoniale del professionista

Responsabilità medica: quali sono i riferimenti di legge?

Si fa riferimento alla ‘’responsabilità medica’’ nei casi in cui abbia luogo un contenzioso per un danno cagionato da un medico, a causa di imperizia, errore diagnostico o omissione, nei confronti di un paziente. L’ambito di applicazione di questo concetto è stato recentemente discusso in Parlamento, in sede di approvazione della riforma Gelli del marzo 2017, che ha portato in dote una nuova e più accurata definizione dei limiti della responsabilità professionale dei medici. La nuova manovra ha inoltre introdotto l’obbligo di sottoscrizione di una polizza assicurativa per le strutture socio-sanitarie, che si integra a quello già in vigore dal 2012 per i medici e che rimarca le differenze tra la responsabilità civile contrattuale delle cliniche e quella extracontrattuale dei professionisti.

Responsabilità medica: come si garantisce la tutela del patrimonio del Medico

Il nostro approfondimento mira a sottolineare l’importanza di procedere alla definizione di un efficace piano di segregazione patrimoniale per i professionisti del settore medico. Tralasceremo intenzionalmente, quindi, tutti gli aspetti di carattere specificamente giuridico.

Diamo spazio a Marco Zoppi, esperto di Trust e Finanza

Il nostro approfondimento sarà guidato dal dottor Marco Zoppi, esperto di fiscalità internazionale e strenuo sostenitore dei vantaggi del trust. Portavoce della sua trust company, l’imprenditore svizzero è stato recente protagonista di un roadshow promozionale che ha introdotto i risparmiatori di tutto il mondo ai benefici resi possibili dall’impiego di quest’istituto di origine anglosassone.

Dott. Marco Zoppi, i medici sono più soggetti di altri professionisti ai contenziosi giudiziari. Come mai?

‘’La medicina non fornisce risultati sempre univoci: basandosi e sviluppandosi su fondamenti statistici, l’operato dei medici si presta in maniera particolare al rischio di rivalse da parte di pazienti non soddisfatti dall’esito del piano terapeutico al quale sono stati sottoposti.

Negli ultimi 5 anni, l’aumento dei contenziosi medici è stato esponenziale: si stima che presso il Tribunale di Roma sia stato depositato un numero di denunce a carico di professionisti del settore medico superiore di 3 volte a quello del quinquennio precedente.

E’ ovvio, quindi, che attuare un meccanismo di protezione del patrimonio dei medici sia oggi di estrema importanza per proteggere i professionisti e le loro famiglie dai rischi dettati dall’eventuale necessità di far fronte ad un obbligo di risarcimento”.

Dott. Marco Zoppi, considerando l’impennata del numero di contenziosi tra medici e pazienti, come si può proteggere il patrimonio familiare del professionista?

“Negli scorsi anni si è ritenuta sufficiente l’accensione di una polizza assicurativa per eliminare, o ridurre, i rischi di rivalsa ai quali sono sottoposti ai medici. L’accrescimento esponenziale dei contenziosi ha però evidenziato quali siano i limiti propri di queste polizze, aumentando il livello di sensibilità dei medici sul tema della protezione finanziaria”.

Dottor Marco Zoppi, esistono delle strade alternative o integrative?

“L’esperienza che ho maturato con la mia trust company nel settore della Protezione Patrimoniale (Global Capital Trust è presente in Svizzera, Lussemburgo ed in Cina e vanta una delle maggiori expertise mondiali sul trust), mi permette di proporre un approccio innovativo alle esigenze di tutela del patrimonio del medico, proteggendolo in maniera efficace dal rischio di rivalse e sopperendo così ai limiti dei contratti assicurativi standard.

Siamo convinti, in particolare, che questo problema possa essere risolto a monte: il trust, per la sua natura segregativa, è infatti l’unico strumento in grado di porre il patrimonio del disponente al riparo da qualsiasi tipo di rivalsa creditizia. Questo negozio, infatti, è in tutto e per tutto assimilabile ad una cassetta di sicurezza: tutti i beni in esso conferiti risultano avulsi dai rischi che l’obbligo di un risarcimento potrebbe comportare. Le condizioni che permettono al negozio di produrre i suoi effetti sono le seguenti: il trust non deve essere autodichiarato (disponente e trustee devono pertanto essere due persone diverse), deve essere stipulato in bonis (in un momento non sospetto) e avere carattere discrezionale ed irrevocabile’’.

Dott. Marco Zoppi, il conferimento di beni in un trust comporta anche qualche altro vantaggio? 

“Oltre ai vantaggi connessi alla sua natura di negozio fondato sulla segregazione del bene, il trust garantisce al disponente ulteriori massicci vantaggi: in ambito immobiliare, per esempio, è possibile beneficiare di una tassa di donazione e successione ridotta al 4% del valore catastale dell’immobile. Il mancato aggiornamento dei dati catastali di riferimento rende inoltre ancor più conveniente questo valore, al quale è associata una franchigia pari ad un milione di euro per ogni beneficiario.

Va comunque precisato che, in seguito ai recenti richiami operati dall’Europa, l’Italia dovrà presto aggiornare il suo impianto di tassazione, adeguandolo alla media del 25%.

Viste le prospettive, il momento di conferire un immobile in un trust è proprio questo: attualmente, infatti, è ancora possibile sgravare i beneficiari dall’onere di sostenere ulteriori costi di riscatto dell’immobile, grazie alla leva fiscale successoria molto conveniente.

Il Trust, quindi, è il negozio più affidabile per quanti desiderano attuare un piano di protezione efficace per il proprio patrimonio e, contemporaneamente, snellire ed ottimizzare le pratiche di successione ereditaria’’.

Grazie dott. Marco Zoppi per averci permesso di comprendere le dinamiche che muovono questo tema così delicato e per averci presentato tutti i vantaggi connessi all’uso del trust.

“Anch’io Vi ringrazio. Buon lavoro a tutti Voi”.