In una recente conferenza stampa, l’ex banchiere centrale Mario Draghi ha presentato il suo rapporto sul futuro della competitività europea. Da quanto emerso dal suo lavoro, l’ex premier ha lanciato un allarme riguardo il futuro dell’Unione Europea.
“Siamo in crisi, l’Ue deve cambiare” – L’ex presidente della Banca centrale europea e presidente del Consiglio italiano ha presentato la tanto attesa relazione sul futuro della competitività europea. Richiesto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen un anno fa, il testo comprende oltre 300 pagine.
Oltre ad analizzare l’attuale situazione critica che sta vivendo, il rapporto stilato dall’ex Presidente del Consiglio fornisce una serie di riforme politiche e sociali da attuare nell’arco degli anni per poter assicurare ai cittadini europei un adeguato benessere.
Draghi ricorda che: “I valori fondamentali dell’Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile”. Proprio per questo, aggiunge: “Se l’Europa non sarà più in grado di fornirli ai suoi cittadini, o se dovrà barattare l’uno con l’altro, avrà perso la sua ragion d’essere. L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. E l’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente”.
Per l’ex banchiere, quindi, l’Unione Europea deve effettuare un piano di investimenti “senza precedenti”:
“L’Ue sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sarà sostenuta dall’aumento della popolazione. Entro il 2040, si prevede che la forza lavoro diminuirà di quasi 2 milioni di lavoratori ogni anno. Dovremo puntare maggiormente sulla produttività per stimolare la crescita. Se l’Ue dovesse mantenere il suo tasso medio di crescita della produttività dal 2015, sarebbe sufficiente mantenere il Pil costante fino al 2050, in un momento in cui l’Ue si trova ad affrontare una serie di nuove esigenze di investimento che dovranno essere finanziate attraverso una crescita più elevata”.
Inoltre, Draghi ha aggiunto: “Per digitalizzare e decarbonizzare l’economia e aumentare la nostra capacità di difesa la quota di investimenti in Europa dovrà aumentare di circa 5 punti percentuali del Pil, fino a raggiungere livelli visti l’ultima volta negli anni ’60 e ’70. Si tratta di un dato senza precedenti: per fare un confronto, gli investimenti aggiuntivi previsti dal piano Marshall tra il 1948 e il 1951 ammontavano a circa l’1-2% del Pil annuo”.