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Matrimonio egualitario, continua la marcia dell’Europa: buone notizie da Malta, Germania e Armenia

Continua la marcia dell’Europa verso il matrimonio egualitario e la parificazione dei diritti tra coppie eterosessuali ed omosessuali. Durante le prime due settimane di Luglio, i cittadini LGBT hanno visto riconosciuti o ampliati i propri diritti in vari stati del “Vecchio Continente”, in particolar modo a Malta, in Germania e, sorprendentemente, in Armenia.

Nella repubblica di Malta, il parlamento ha approvato ieri sera il testo di legge che legalizza il matrimonio egualitario. Questa riforma, promessa già in campagna elettorale dal neo-eletto primo ministro Joseph Muscat, è stata votata da una schiacciante maggioranza. Solo un parlamentare di fede cristiana ha votato contro. Il premier ha poi dichiarato: “Penso sia un voto storico, mostra che la nostra democrazia e la nostra società sta maturando, ha raggiunto un livello senza precendenti di maturità ed è una società in cui si può dire che siamo tutti uguali“. La legge, inoltre, consentirà anche l’adozione di bambini (com’era già possibile con l’istituto delle unioni civili in vigore nel paese) e sostituirà, nei documenti ufficiali, ai termini “padre” e “madre” il più generico “genitori”.

Anche la Germania ha proseguito il suo iter, per rendere effettivo il matrimonio egualitario. Dopo il voto del Bundestag, avvenuto alla fine di Giugno, anche il Bundesrat si è espresso favorevolmente, il 7 Luglio. Adesso la legge potrà essere firmata dal Presidente Frank-Walter Steinmeier ed entrare in vigore (verosimilmente entro il 1° Ottobre del presente anno).

Ha dell’incredibile, infine, quanto accaduto in Armenia. Il 3 Luglio, il ministro della giustizia del paese caucasico, Davit Harutyunyan, ha reso noto che i certificati di matrimonio, che registrano l’unione legale di due persone all’estero, sono validi anche in Armenia, senza tener conto del sesso dei contraenti. E’ un insperato passo in avanti, per quanto riguarda i diritti LGBT all’interno del paese.  In questo, infatti, vi è ancora una diffusa omofobia e nessuna legge che tuteli contro la discriminazione o riconosca le coppie gay. In un rapporto ILGA del 2016, l’Armenia si è classificata 47esima – su 49 paesi europei – per quanto riguarda la qualità della vita della sua minoranza gay, lesbica e transgender. Con questa misura, lo stato armeno diventa il secondo paese ex-sovietico a riconoscere i matrimoni gay avvenuti fuori dai propri confini. L’altro paese è l’Estonia (nella quale, segnaliamo, ci si può unire civilmente al proprio partner).

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